2012-06-21 12:37:40

A Roma un convegno sull'Etica delle professioni


Privacy, tutela dei minori, ruolo di internet, comunicazione con i malati. Saranno alcuni dei temi affrontati questo pomeriggio a Roma all’Auditorium Parco della Musica, nel Convegno Etica delle professioni. Per iniziativa del Gruppo editoriale S.E.I. si confronteranno i principali Presidenti degli Ordini professionali italiani, psicologi, giornalisti, avvocati, medici, per scambiare esperienze, far emergere proposte operative e linee guida comuni per vivere in modo “ valoriale” il proprio lavoro. Il perché dell’iniziativa, dall’avvocato Valeria Ruoppolo, ideatrice dell’evento. L’intervista è di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

– Siamo in un momento in cui parlare e riflettere sull’etica delle professioni significa rilanciare le professioni sotto l’aspetto valoriale. La formula della tavola rotonda ha proprio lo scopo di mettere tutte le professioni in dialogo fra di loro, in confronto. E questo perché a noi sembra importante che da questo consesso nascano delle idee suggerite dalle professioni stesse.

D. – Facciamo qualche esempio?

R. – L’esempio può essere che ci siano delle analogie per quanto riguarda alcune professioni: medici e avvocati, per esempio, tutelano diritti costituzionalmente garantiti e quindi potrebbero trovare soluzione etiche che possano in qualche modo essere coordinate.

D. – Già esistono degli organismi che dovrebbero istituzionalmente vigilare sull’etica delle professioni: cosa ne pensa?

R. – Che siano settoriali e che siano ancora insufficienti, tant’è che per la prima volta tutti gli ordini si trovano intorno a un tavolo a discutere, in modo condiviso, sull’etica delle professioni. Va chiarito anzitutto che cos’è l’etica, dopo di che bisognerà trovare delle linee guida che tutti gli ordini accettino, accolgano e facciano proprie per poter fare un discorso condiviso. Occorre chiaramente un impegno e una presa di posizione netta da parte di tutti i presidenti.

D. – Se ne parla troppo poco di etica delle professioni?

R. – Se ne parla in modo poco organico e se ne parla, comunque, troppo poco.







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