Kenya: messaggio dei vescovi per la Giornata mondiale del rifugiato
Quella dei rifugiati è una questione che “nessuno, meno che mai la Chiesa, può permettersi
di ignorare”: è quanto scrive la Conferenza episcopale del Kenya (Kec) nel messaggio
per la Giornata mondiale del rifugiato che ricorre oggi. Nel testo, si ricorda il
grande impegno portato avanti dalla Chiesa per “salvaguardare gli interessi di migranti
e rifugiati, assicurando loro l’opportunità di condurre una vita dignitosa e facilitando
la loro piena partecipazione nella società civile grazie ad una specifica opera pastorale”.
I vescovi kenioti ricordano, poi, l’importanza di “trattare migranti e rifugiati con
dignità”, in quanto “persone create ad immagine e somiglianza di Dio”, ma anche la
necessità che gli stessi migranti guardino “alla popolazione locale con rispetto ed
amore”. Per questo, la Conferenza episcopale mira a dare agli immigranti e ai richiedenti
asilo “il conforto nel momento della prova”, insieme alla “speranza cristiana”. In
particolare, il messaggio della Kec cita i tanti programmi educativi portati avanti
dalla Chiesa, basati sui valori evangelici, e destinati ai bambini ospitati nei campi
di accoglienza; lo sviluppo di legami tra la Chiesa stessa e le altre istituzioni
che operano nel settore delle migrazioni; la sensibilizzazione delle comunità cattoliche
affinché “trattino i richiedenti asilo in modo umano, rispettandone la dignità e mettendo
in atto il principio dell’ospitalità”, così da “portare a pieno compimento il mandato
di essere testimoni del Vangelo di Cristo”. Quindi, ricordando il tema scelto quest’anno
per la Giornata mondiale del rifugiato, ovvero “Ricostruire la speranza”, i vescovi
del Kenya invitano i fedeli a “rinnovare l’impegno nel servire, sostenere e pregare
per coloro che, senza avere colpe, sono costretti all’esilio dal proprio Paese d’origine”.
La Giornata di oggi, dunque, “sia un’opportunità per rivalutare le strategie da mettere
in atto per rendere il mondo un luogo più sicuro per uomini, donne e bambini e per
riaffermare l’impegno dei cristiani ad eliminare la piaga dei rifugiati” (I.P.)