India: nel Rajasthan 2.500 feticidi e infanticidi femminili al giorno
Con quasi 2.500 casi di feticidi e infanticidi femminili al giorno, il Rajashtan è
uno degli Stati indiani peggiori per le bambine. E se già non bastavano i test illegali
per determinare il sesso del feto e praticare aborti selettivi, ora chi non vuole
una figlia sembra aver trovato un nuovo modo per aggirare la legge: una volta partorita,
la neonata viene lasciata morire di fame e di sete. Dall'inizio di giugno - riferisce
l'agenzia AsiaNews - nel distretto di Jaisalmer (uno dei peggiori) sono già cinque
le "morti bianche" di bambine, giudicate sospette dalle autorità. Il 15 giugno, la
polizia del villaggio di Sangad (distretto di Jaisalmer) ha arrestato Dileep Singh,
dopo la morte in circostanze misteriose della figlia, il 13 giugno scorso. Secondo
Mamta Vishnoi, sovrintendente che si è occupato del caso, l'uomo avrebbe negato alla
piccola cure mediche, necessarie dopo la nascita. Al momento, un gruppo speciale di
medici legali sta conducendo l'autopsia sul corpo della piccola. In attesa dei risultati,
il padre resterà in carcere per 15 giorni. Nei villaggi di Tejmalta e Mandi, tre bambine
sono morte per cause ignote. Una di queste, nata l'8 giugno e giudicata in piena salute
dai medici, è stata trovata morta il giorno dopo in evidente stato di denutrizione.
In un altro caso, la famiglia è scomparsa, e la polizia è sulle sue tracce. In seguito
a questi episodi, Tyagi ha dato ordine che tutte le nuove nate siano segnalate a qualsiasi
autorità del distretto: sanitari, polizia, consigli comunali. Il dr. Pascoal Carvalho,
membro della Pontificia accademia per la vita, spiega ad AsiaNews: "Il nostro Paese
considera la vita umana sacra, da sempre. L''Ahimsa' ("non violenza", ndr) è uno dei
valori più preziosi dell'India. Eppure, stiamo assistendo alla graduale erosione del
rispetto per la vita, mentre dilaga una cultura della morte. L'ultimo censimento nazionale
(Census 2011) mostra che il Rajashtan ha 883 femmine sotto i sei anni ogni 1000 maschi
della stessa età. Nel 2001 erano 909 [femmine] ogni 1000 [maschi]. Questo squilibrio
riflette uno serio malessere sociale". L'India, spiega il medico, "è una società patriarcale,
e la discriminazione verso la donna si manifesta in modo distruttivo con infanticidi
e feticidi femminili. Questo, nonostante gli sforzi del governo nel sensibilizzare
la popolazione". Nel Rajashtan, aggiunge, "i distretti di Jaisalmer, Brmer, Pali,
Chittorgarh, Ganganagar e Jhunjhunu sono noti per uccidere le bambine". Secondo il
medico, "leader religiosi, ong e istituzioni devono lavorare insieme per promuovere
il valore e a dignità della bambina. La Chiesa cattolica difende la sacralità della
vita umana, sin dal suo concepimento. E molti dei suoi ospedali cercano di insegnare
e promuovere la cultura della vita, a tutti i pazienti". (R.P.)