2012-06-19 14:24:11

Il dicastero dei migranti al primo workshop sull’inclusione dei Rom in Europa


“La Chiesa non ha tutte le risposte alle aspettative dei Rom”, ma è fortemente impegnata in favore del miglioramento delle loro condizioni di vita ed esorta tutte le istituzioni a farsene carico. Questo il centro del discorso pronunciato ieri da padre Gabriele Bentoglio, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti al Primo Seminario internazionale sui Progetti di Inclusione dei Rom nell’Europa centrale e orientale, in corso ad Eger, in Ungheria. Ce ne parla Roberta Barbi:RealAudioMP3

Sono la minoranza più consistente d’Europa, ma anche la più svantaggiata: sono i Rom, che spesso vivono in insediamenti abusivi in condizioni igieniche disastrose, le cui donne in alcuni Paesi sono oggetto di campagne di sterilizzazione forzata e i bambini assegnati a scuole speciali. La Chiesa dedica anche a loro il proprio ministero pastorale e missionario, non occupandosi solo della dimensione strettamente spirituale, ma anche degli aspetti sociali e assistenziali, tra cui spiccano l’emergenza abitativa, la formazione scolastica e professionale. Padre Bentoglio oggi fa il punto su quanto fatto finora dalla Chiesa a vantaggio di zingari, Rom e gagè partendo da quel primo abbraccio a queste popolazioni dato da Paolo VI nella visita effettuata durante il pellegrinaggio internazionale a Pomezia nel 1965, in cui celebrò la Messa e si rivolse loro dicendo: “Voi siete nel cuore della Chiesa”. E in effetti i Rom lo sono, nel cuore della Chiesa, che si occupa di loro non soltanto attraverso il Dicastero vaticano, ma anche attraverso le chiese locali, le diocesi, le comunità religiose e i movimenti, e anche tramite il Consiglio delle Conferenze episcopali europee, che nel 2005 sollecitò l’Europa a una maggiore presa di coscienza sull’identità dei Rom, suggerendo la propria via in merito, non fatta di assimilazione nella cultura dominante, bensì di inclusione, che significa integrare senza assorbire. Non a caso l’appuntamento in corso in Ungheria, organizzato in collaborazione con la Commissione per la Pastorale dei Rom della Conferenza episcopale ungherese e con l’organizzazione caritativa tedesca “Renovabis”, è stata intitolata “Opening Doors”, a suggellare la necessità di aprire quelle porte di solidarietà e aiuto reciproco, rinunciando a generalizzazioni e preconcetti, come disse Benedetto XVI un anno fa nell’udienza privata in cui ricevette una nutrita delegazione Rom in occasione del 75.mo anniversario del martirio del Beato Ceferino Giménez Malla, primo gitano elevato agli onori degli altari nel 1997. In quella giornata il Papa invitò a considerare i Rom non come destinatari di opere di assistenza, bensì come portatori di valori e di risorse, sottolineando, al tempo stesso, l’importanza che questi ricercassero sempre la giustizia e la legalità.







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