2012-06-18 15:48:31

Sinodo sulla nuova evangelizzazione. Mons. Eterović: trovare risposte alle nuove sfide per la Chiesa


"La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana": su questo tema si svolgerà in Vaticano, dal 7 al 28 ottobre prossimi, il 13.mo Sinodo generale ordinario dei vescovi. Oggi, alle 11.30, presso la Sala Stampa della Santa Sede, si terrà la presentazione dell’Instrumentum laboris, ovvero il documento di lavoro dell’Assemblea. Isabella Piro ne ha parlato con mons. Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi:RealAudioMP3


R. – Il sentimento è positivo, perché le risposte che abbiamo ricevuto riflettono la realtà delle Chiese particolari nel mondo intero. Insieme, però, ci sono anche alcuni temi che bisogna approfondire, alcune sfide, alcune difficoltà da condividere con gli altri e nel dialogo fraterno: vedere assieme a loro possibili "piste" per superarli, per poter trasmettere la buona notizia, il Vangelo, all’uomo contemporaneo, alle nuove generazioni.

D. – La nuova evangelizzazione a chi si rivolge in particolare?

R. – A tutti i membri del Popolo di Dio. E’ nota l’espressione del Beato Giovanni Paolo II che la nuova evangelizzazione dovrebbe essere nuova nell’ardore, nuova nell’espressione, nuova nei metodi! La Chiesa nell’insieme, aperta allo Spirito Santo, deve dinamizzare la sua pastorale ordinaria. La nuova evangelizzazione s’indirizza in modo particolare alle persone che sono state battezzate, ma non sufficientemente evangelizzate, cioè alle persone che si sono allontanate dalla Chiesa. La nuova evangelizzazione vorrebbe indirizzarsi in modo speciale a loro, perché riscoprano l’attualità del Vangelo, la bellezza di Gesù Cristo, e possano celebrarlo insieme con i fratelli nella comunità della fede, della speranza e della carità. Tutto questo poi darà un nuovo dinamismo missionario, non solo nei riguardi delle missioni nei Paesi lontani, ma anche nei nostri Paesi occidentali, perché a causa della globalizzazione, della mobilità umana, anche in mezzo a noi, ci sono tanti non cristiani: loro hanno diritto di conoscere Gesù Cristo e la sua Parola di Salvezza e noi abbiamo il dovere di annunciare loro la Buona notizia, di mostrare che essere cristiano cambia la nostra vita, ci dà la speranza, la gioia che vogliamo condividere con i nostri fratelli.

D. – In che modo la nuova evangelizzazione guarda al Concilio Vaticano II, che ad ottobre celebra i 50 anni dall’inaugurazione?

R. – L’intento di presentare all’uomo contemporaneo il Vangelo, che è sempre lo stesso - ieri, oggi e domani – in un altro modo, più vicino alla cultura contemporanea, all’uomo secolarizzati, questo intento, che oggi chiamiamo nuova evangelizzazione, era già incominciato con il Concilio Vaticano II: la riforma nella continuità.

D. – In questi ultimi tempi la Chiesa è al centro di vicende mediatiche che ne danno una visione distorta. La nuova evangelizzazione come può aiutare a ricalibrare i toni?

R. – La nuova evangelizzazione richiede a tutti noi la conversione. Siamo tutti chiamati alla santità e senza conversione non ci potrà essere una nuova evangelizzazione. Bisogna lasciarsi, dunque, illuminare dallo Spirito Santo, ricevere la forza del Signore Risorto, per riconoscere i nostri peccati e per lasciarsi trasformare dalla grazia di Dio. In questa prospettiva, il Sinodo e anche il tema: “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”, darà una spinta – sono sicuro – per superare le attuali difficoltà e per annunciare con gioia e con umiltà, sapendo che nella nostra fragilità si manifesta la potenza di Dio e che Dio si serve di noi per suscitare una nuova Pentecoste, nella Chiesa, per il bene del mondo intero.

D. – Qual è il suo auspicio personale per il prossimo Sinodo generale?

R. – Poter trovare risposte adeguate alle nuove sfide, che sono poste alla Chiesa nel cammino dell’evangelizzazione, nuovi itinerari per trasmettere il Vangelo con rinnovato dinamismo, con nuovi metodi. Basti pensare alla cultura digitale, alle nuove possibilità dei mass media, per trasmettere questa grande ricchezza della Chiesa, che il Signore le ha affidato, all’uomo contemporaneo in tutto il mondo, che ne ha bisogno, a volte anche senza saperlo.







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