2012-06-18 13:26:50

Nigeria nella paura: la testimonianza di una suora italiana a Kaduna


La setta islamica Boko Haram ha rivendicato la strage di cristiani di domenica nel Nord della Nigeria. 52 i morti, 74 i feriti. E l’ondata di attacchi nel Paese sarà al centro del consiglio dei ministri dell’Unione Europea, in programma il 25 giugno. Forte è la paura tra i religiosi presenti nel Paese africano. Benedetta Capelli ha raggiunto telefonicamente a Kaduna suor Semira Carrozzo, delle Oblate di Nazareth, da 22 anni nel Paese africano dove ha fondato una scuola per 800 bambini:RealAudioMP3

R. – La situazione è molto tesa. Il governo ha messo il coprifuoco 24 ore su 24. Non abbiamo luce e non si può ricorrere a nessuno, perché non si può uscire. C’è sempre lo stress e la tensione che da un momento all’altro si venga attaccati. Noi siamo molto vicini al posto, dove ieri c’è stato l’attentato: a meno di un chilometro. Hanno attaccato due chiese a Kaduna e hanno bruciato le case. I cristiani non sono rimasti calmi, ma hanno reagito immediatamente, nella maniera peggiore. Questa è stata la storia di ieri. I Boko Haram dicono che stiano arruolando persone e che vengano finanziati allo scopo di distruggere completamente i cristiani. Vogliono metterci paura e attaccano le chiese la domenica, quando le persone, i cristiani, sono lì riuniti. Vogliono, in vista delle prossime elezioni presidenziali, che il regime sia completamente islamico, perché adesso il governatore di Kaduna e il presidente della Nigeria sono cristiani e a loro non fanno comodo.

D. – Tanti anni vissuti in Africa, le fanno dire anche che non tutti i musulmani sono così...

R. – Sì, noi abbiamo rapporti con le famiglie che portano i bambini nella nostra scuola fin dal 2000, quando abbiamo aperto. Siamo molto amici dei genitori di quei bambini. Io, girando tutti i mercati per procurarmi il cibo per il pranzo dei bimbi, sono in contatto con moltissimi musulmani che mi sono amici e mi rispettano. Quindi, rimango confusa di fronte a questi atteggiamenti. Non so come giudicarli. Sono, comunque, gli estremisti a creare questa situazione.

D. – Più volte il Papa ha fatto appelli perché in Nigeria si lavori per una pacificazione. Sono appelli inascoltati?

R. – Gli appelli non sono inascoltati e, infatti, si stanno facendo turni di preghiera anche di notte. Ad Abuja c’è stata una veglia notturna di preghiera. Gli appelli vengono ascoltati, ma io voglio lanciarne uno perché ci si tenga uniti nella preghiera, l’unica arma che rimane a noi cristiani, l’unica difesa: la preghiera, la fiducia in Dio. Quindi, preghiamo e mettiamo tutto nelle mani di Dio, che Lui sa quello che deve fare. Fede in Dio e coraggio e così tiriamo avanti.

D. – Quanti anni sono che lei è in Africa e soprattutto come sta vivendo questo periodo di tensione, di agitazione, lei che è una religiosa e che quindi è anche un simbolo?

R. – Sono 22 anni che mi trovo in Nigeria. Le esperienze, dunque, sono state tantissime e ho raccolto anche buoni frutti dalla missione. Ci sono state esperienze terribili ed esperienze buone, perché vediamo che la gente che ci circonda ci incoraggia. Io stessa d’altronde cerco di incoraggiarla in questi momenti così brutti. I genitori dei bambini della scuola mi hanno detto: “Suor Semira, bisogna incrementare la sicurezza, perché i nostri figli non sono al sicuro”. Io ho cercato di calmarli e ho detto di avere più fede in Dio, perché non sappiamo se gli estremisti hanno intenzione di mettere una bomba nelle scuole e non sappiamo né il momento né l’ora. Tiriamo avanti, dunque, con coraggio e con fede.







All the contents on this site are copyrighted ©.