Indagini in Vaticano. Padre Lombardi: finora non sono emersi nomi di complici o mandanti
Nuovo incontro, oggi, di padre Federico Lombardi con i giornalisti sulla vicenda dei
documenti riservati sottratti in Vaticano. Nel briefing, il direttore della Sala Stampa
vaticana ha sottolineato che l’indagine prosegue a tutto campo e che sono state interrogate
23 persone. Smentita la notizia che, dall’indagine della Commissione cardinalizia,
sarebbero emersi i nomi di mandanti e complici. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Padre Federico
Lombardi ha rilevato la grande attenzione da parte dei media per l’udienza del Papa,
sabato scorso, alla Commissione cardinalizia incaricata delle indagini. Un incontro
per fare il punto, ha detto, ma non conclusivo perché l’indagine continua. La Commissione,
ha ricordato, ha mandato pontificio con audizioni a tutto campo, senza alcun pregiudizio.
Al momento, ha compiuto in media 4-5 audizioni a settimana, ascoltando in tutto 23
persone. Si tratta, ha detto padre Lombardi, di superiori e impiegati in Vaticano,
chierici e laici nonché altre persone non impiegate in Vaticano. Tra le audizioni
della Commissione anche quella all’ex aiutante di Camera del Pontefice, Paolo Gabriele,
che resta ancora in custodia cautelare. Padre Lombardi ha poi smentito categoricamente
un articolo di un quotidiano italiano secondo cui dagli interrogatori dei giorni scorsi
sarebbero emersi i nomi di mandanti e complici:
“Sono emersi mandanti e
complici: chi ha detto che sono emersi mandanti e complici? Siamo nella ricostruzione
largamente ipotetica e non fondata”.
Quindi, ha nuovamente invitato la
stampa a stare ai fatti di un’indagine in corso e di cui attualmente non è possibile
determinare la durata. Per quanto riguarda la visita dei giornalisti allo Ior, notizia
anticipata nei giorni scorsi, padre Lombardi ha informato che è stata spostata dal
22 al 28 giugno, perché il 22 non era disponibile il salone dell’Istituto. Rispondendo
poi ad una domanda su un’intervista a “Famiglia Cristiana” nella quale il cardinale
Tarcisio Bertone afferma che non ci sono porporati coinvolti, padre Lombardi ha detto
che è naturale che il segretario di Stato, come già ha fatto il Papa, rinnovi la fiducia
ai suoi più stretti collaboratori. Ha poi soggiunto:
“Nell’intervista del
cardinale Bertone, il punto che a me è sembrato importante, è approfondire il rapporto
tra libertà di stampa, libertà di espressione e tutela della privacy. L’impressione
è che siano - a volte - dei diritti confliggenti”.
Pur essendo legittimo
dunque da parte dei mass media chiedersi se ci siano dei complici nella vicenda, ha
osservato padre Lombardi, non bisogna però seguire solo letture negative che parlano
esclusivamente di lotta di potere e complotti. A proposito, infine, del rapporto “Moneyval”
sulla trasparenza finanziaria in Vaticano, padre Lombardi ha dichiarato che è lo stesso
“Moneyval” a chiedere di non pubblicare un testo prima che sia approvato dalla sua
assemblea, cosa dunque deprecabile se fatta in anticipo da parte della stampa.