Assemblea Roaco. Il cardinale Sandri: svegliare la solidarietà verso le Chiese
orientali
Sostenere la Chiesa in India, favorire il dialogo ecumenico con le Chiese ortodosse
e fermare l’esodo dei cristiani dal Medio Oriente. Sono le sfide principali per la
Riunione delle Opere d’Aiuto alle Chiese Orientali (Roaco), che è riunita in assemblea
da ieri fino al 20 giugno a Roma. Marco Guerra ha parlato dei temi al centro
dei lavori con il cardinaleLeonardo Sandri, prefetto della Congregazione
per le Chiese Orientali:
R. - Abbiamo
invitato l’arcivescovo maggiore dei siro-malabaresi in India, il cardinale Georges
Alencherry. Vogliamo che questa Chiesa sia al centro della nostra attenzione, perché
essendo missionari hanno bisogno di tanto sostegno, materiale per tutta l’opera di
evangelizzazione che stanno facendo. Abbiamo anche invitato l’arcivescovo maggiore
greco-cattolico ucraino, Sua Beatitudine Svjatoslav Ševčuk. Vogliamo giustamente attirare
l’attenzione sulla Chiesa greco-cattolica che vive nel contesto di uno dei Paesi che
ha una grande prospettiva ecumenica, in quanto deve coabitare con la Chiesa ortodossa
e soprattutto ha questa sfida della convivenza, nella crescita della carità, con gli
ortodossi. Abbiamo poi invitato il nunzio apostolico in Siria, mons. Mario Zenari,
dove i nostri cattolici, provati dalla violenza, da questa situazione di insicurezza,
stanno lasciando il loro amato Paese. Poi ovviamente c’è il capitolo permanente, per
la Roaco, che è quello della Terra Santa, Israele, Palestina e i Luoghi Santi.
D.
- Quali obiettivi vi proponete per aiutare i fedeli delle Chiese orientali?
R.
- Quello che vogliamo, trattandosi di opere di aiuto, è svegliare la solidarietà.
C’è la preghiera, con la quale noi accompagniamo tutti i nostri fratelli del Medio
Oriente, che soffrono, specialmente in Siria. C’è poi l’appello, facendo eco alle
parole del Santo Padre, alle autorità internazionali affinché ci sia la fine della
violenza. Vogliamo svegliare la solidarietà, vogliamo ribadire che la nostra presenza
c’è solo attraverso l’aiuto, la generosità e l’assistenza di questi nostri fratelli
cattolici.
D. - Quali sono le principali sfide che si trovano ad affrontare
le Chiese orientali?
R. - La nuova evangelizzazione in questo "mondo dell’eclisse
di Dio" e della perdita del senso del primato di Dio, in un ambiente nel quale vige
la violenza e dove il dialogo interreligioso deve imporsi attraverso la solidarietà,
la mutua conoscenza e l’aiuto di tutti per costruire dei Paesi che siano fondati sulla
libertà religiosa, sul rispetto dei diritti umani e con la possibilità per tutti -
anche per le minoranze - di poter esercitare il proprio ruolo, la propria funzione.
D.
- Anche perché le Chiese orientali non sono solo testimonianza di fede, ma tutti i
giorni fanno esercizio di ecumenismo e di dialogo interreligioso…
R. - Esattamente
e per questo devono convivere con altri cristiani e - soprattutto in Medio Oriente
- con i musulmani. Un’altra cosa che è molto importante è che queste Chiese non solo
testimoniano con la parola la fede cristiana, ma anche con il martirio: questa è una
realtà che fa sì che noi veneriamo oggi, nel nostro secolo, queste Chiese per la loro
testimonianza resa al Sangue di Cristo e alla sua Croce.