Con un telegramma il Papa incoraggia l’impegno del Forum di Greenaccord su problemi
ambientali e aspetti etici
“Che questo forum susciti sempre più una consapevole attenzione ai problemi ambientali
favorendo una comunicazione attenta agli aspetti etici.” Con questo augurio tramite
telegramma, Benedetto XVI ha salutato i giornalisti riuniti a Trento in occasione
del IX Forum dell’informazione cattolica, sul tema “Salì sul monte. Mons sanus pro
corpore sano”. L’incontro, che si è concluso questa mattina, è stato promosso dall’Associazione
Green Accord Onlus. Il servizio di Marina Tomarro:
La montagna
ci insegna che oltre la vetta non si può salire e se non si ci ferma in tempo si rischia
solo di precipitare. La crescita del consumo della natura ormai supera ogni anno il
20% in più delle risorse che può produrre la terra, quindi dobbiamo fare necessariamente
e urgentemente un passo indietro. Solo così lasceremo alle nuove generazioni un futuro
migliore. E’ con questo appello ai governanti che si riuniranno nei prossimi giorni
nel Summit internazionale di Rio di Janeiro che si è concluso il IX forum dell’informazione
cattolica a Trento. E il forum ha voluto raccontare la montagna attraverso i suoi
tanti aspetti, gli abitanti, la sua ricchezza naturale, i suoi paesaggi ma anche i
disagi e i disastri dietro i quali purtroppo spesso c’è stata l’incuria dell’uomo.
E parte integrante del territorio montano sono i boschi e le foreste. Francesco
della Giacoma, vicepresidente dello Schema di Certificazione forestale più diffuso
nel mondo:
R. - Il problema principale oggi non è tanto di difendere il bosco,
perché il bosco sta espandendosi, sta migliorando e sta diventando più naturale e
più bello, ma è quello di gestirlo, perché altrimenti perdiamo una grande opportunità:
il bosco - è appunto il modello Trentino - riesce a darci prodotti, riesce a darci
protezione del territorio, riesce a darci regolazione del ciclo dell’acqua, riesce
a darci paesaggio, riesce a darci ambiente. E’ possibile tenere insieme questi vantaggi
facendo una gestione oculata. La certificazione è proprio il sigillo che viene dato,
la garanzia che viene data al consumatore finale che quel legno non deriva dalla distruzione
di foreste, come è stato vero in passato e come in alcune parti del mondo è ancora
vero, ma deriva da una gestione che è attenta a mantenere le foreste e a migliorarle
addirittura.
D. - In che modo si possono educare le persone al rispetto dei
boschi, delle foreste e quindi della natura?
R. - Da una parte portandoli in
bosco, perché sicuramente si crea un rapporto che è essenziale mantenere; dall’altra
parte raccontando anche che questo può essere assolutamente compatibile con la gestione
del bosco. Non c’è una contrapposizione oggi, qui da noi, tra la conservazione del
bosco e il suo utilizzo: è possibile utilizzarlo in modo attento, sostenibili, per
cui questo ci permette di utilizzare i prodotti, ma di continuare a farci ricreazione,
ad avere paesaggio, ad avere ambiente….
Ieri sera a Cavalese, nel cuore della
Val di Fiemme, i giornalisti del forum hanno partecipato ad una solenne celebrazione
eucaristica, presieduta da mons. Luigi Bressan, arcivescovo di Trento. Ci spiega
cosa abbia voluto dire per la diocesi ospitare questo convegno:
R. - Per noi
è molto importante, perché siamo anche ereditari di una natura molto varia - dalle
campagna alle vallate, non estesissime, alle montagna, alle nevi perenni - perché
il nostro ambiente è delicato, per la sua stessa natura e per il fatto che accoglie
anche molti turisti e molte persone che possono ristabilire la loro salute d’inverno
e d’estate; perché la tradizione stessa ci ha insegnato ad essere molto rispettosi
dell’ambiente. C’è una organizzazione ormai secolare della difesa contro gli incendi:
abbiamo un corpo di volontari di Vigili del Fuoco composto da oltre 6 mila persone;
una Protezione Civile molto organizzata. E l’informazione è importantissima: sia per
informare la gente su quanto avviene, sia per informare anche sulla necessità della
difesa del Creato, sia anche per aprire gli occhi sulla bellezza.
D. - Eccellenza
perché queste montagne richiamano tanto alla spiritualità?
R. - Perché la montagna,
per sua natura, si eleva; perché ha un qualcosa di misterioso. Girando fra le montagne,
ogni cento-duecento metri si vede un aspetto diverso: non è un massiccio tutto di
un blocco. E poi la varietà: mi meraviglio di un fiore che in breve esplode, come
anche della neve splendente e lucente al sole d’estate, del verde delle piante, dai
larici agli abeti, ma anche alle piccole, ai mughi. La montagna ha un messaggio fortissimo.
Certo, per chi ha un’educazione cristiana basta vedere quanto la Bibbia parla della
montagna: tantissimi sono i passaggi sia nella vita di Cristo che nell’Antico Testamento.
Perciò la montagna evoca anche questo fondo di educazione cristiana e, a sua volta,
lo arricchisce.