La Chiesa in Africa e Medio Oriente protagonista al Congresso Eucaristico di Dublino
Quinto giorno di lavori per il 50.mo Congresso eucaristico internazionale di Dublino.Nel pomeriggio finalmente è cessata la pioggia e numerosissimi fedeli hanno rpeso
parte alla celebrazione dell’Eucarestia con l’Unzione degli infermi, presieduta dal
Patriarca Latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal nell’Arena della Royal Dublin Society.
Tante le relazioni, i workshop e le testimonianze per riflettere sul tema “Comunione
nella sofferenza e nella guarigione”. Protagonisti alcuni esponenti delle chiese dell’Africa
e del Medio Oriente Sentiamo l'inviata della nostra redazione inglese a Dublino, Emer
McCarthy:
R. - Il tema
di oggi è "Comunione nella sofferenza e nella guarigione". Oggi pomeriggio al centro
dell’ascolto della grande Arena della Royal Dublin Society (Rds) sono stati protagonisti
la Chiesa in Africa e nel Medio Oriente. Ha rappresentato l’Africa femminile Rose
Busingye, fondatrice di una organizzazione che si occupa di curare tutti coloro che
soffrono di Hiv e di Aids. Nella sua testimonianza ha parlato di come il tutto il
suo lavoro tragga origine dal rapporto con Gesù Risorto nell’Eucaristia e come senza
il suo incontro con il Dio vivente ogni giorno non sarebbe capace di portare avanti
questo grande progetto. Un progetto che si prende cura dei bambini orfani - 2.700
- a causa di questa malattia. Protagonista, sempre oggi pomeriggio nell’Arena della
Rds, il vescovo di Erbil, in Iraq, mons. Bashar Warda. Il presule ha parlato di come
la preghiera della Chiesa universale abbia sostenuto i fedeli nella sua terra: una
Chiesa che ha conosciuto la sofferenza in prima persona, ma non ha mai perso la speranza,
perché "c’è sempre un Venerdì Santo e anche una Domenica di Pasqua nella Chiesa universale".
Lo ha ricordato il Patriarca di Gerusalemme, Twal, che ha presieduto la celebrazione
eucaristica: una liturgia che ha visto la partecipazione di una grande folla all’Arena
di Dublino, forse anche grazie al fatto che dopo due giorni ha finalmente smesso di
piovere.
D. - Il 50. mo Congresso Eucaristico Internazionale si avvia a conclusione.
Quale atmosfera si respira in queste ultime giornate di lavori?
R. - L’atmosfera
che c’è qui pervade non solo l’Arena del Congresso, ma anche fuori, anche le strade
di Dublino. E’ un qualcosa di speciale, di particolare quello che è successo in questa
settimana nella capitale irlandese: gli irlandesi sono tornati a sorridere e questa
forse sembra una cosa molto banale, ma - credimi - in questi tempi nei quali la Chiesa
ha sofferto molto, questo non è poco. E bisogna dire che tutto ciò avviene grazie
all’affluenza di tanti pellegrini da tutto il mondo, che hanno potuto parlare con
i fedeli irlandesi, anche delle loro difficoltà e delle loro esperienze di fede.
I fedeli irlandesi non si sono più sentiti così soli e si sono resi conto di far parte
di una Chiesa universale e che il loro cammino è sostenuto anche dai fratelli e dalle
sorelle che vivono all’estero.