Forum di GreenAccord a Trento: la montagna, "anello" tra uomo e Dio
Sono oltre 100 e provengono da tutte le diocesi d’Italia i giornalisti che partecipano
al IX Forum dell’informazione cattolica promosso dall’associazione GreenAcccord Onlus,
apertosi ieri sera a Trento. Questa mattina, prima giornata dei lavori con interventi
sulla montagna e la sua spiritualità. Tema del meeting “Salì sul monte. Mons sanus
pro corpore sano”. Il servizio di Marina Tomarro.
“Nella Bibbia,
la figura della montagna è costantemente presente. Da Abramo a Mosè ed Elia fino ad
arrivare ai Vangeli, Dio ha parlato all’uomo sulla montagna, invitandolo però poi
a portare il suo messaggio a coloro che vivono nella valle”: così il biblista Piero
Rattin ha aperto questa mattina la prima giornata del IX Forum dell’Informazione Cattolica.
“Sul monte – ha continuato Rattin – Dio diede a Mosè i Dieci Comandamenti, sul monte
Tabor avvenne la trasfigurazione di Cristo e sul Monte del Calvario ci fu la Crocifissione.
Il cammino che l’uomo fa nella sua vita è simile a un percorso in montagna, ma attenzione:
la cima deve essere una meta non una conquista che noi dobbiamo raggiungere per volare
verso l’eterno”. E il biblista ha invitato ai presenti ad affidarsi a Dio nelle difficoltà,
perché “solo lui è roccia in cui confido, e la sua fedeltà è granitica nei secoli”.
Tra
gli interventi di oggi, anche quello di Annibale Salsa, presidente del comitato scientifico
“Accademia di montagna”, che ha spiegato le difficoltà che spesso incontrano gli abitanti
dei paesi sulle alture. “Spesso la gente – ha detto – ha una visione romantica delle
montagne, ma chi ci vive conosce bene tutte le difficoltà che invece ci sono, soprattutto
in inverno. L’economia si ferma in pianura e trascura chi abita in questi paesi, non
ci sono investimenti e i centri si svuotano. Bisogna perciò puntare di più sulla valorizzazione
del territorio, soprattutto con le giovani generazioni”. E il convegno proseguirà
anche questo pomeriggio puntando l’attenzione sulle biodiversità e sui ghiacciai che
stanno pian piano scomparendo. Ma perché la montagna ci fa sentire più vicini a Dio?
La riflessione del biblista, Piero Rattin:
"La montagna
vista come provocazione ha un dialogo bello, ha un dialogo entusiasta. Quindi, non
è soltanto un dialogo di sofferenza o di prova, espressione di finitudine e di fatica,
di stanchezza. Per potere arrivare a questo, però, occorre tenere presenti due fattori.
Il primo è che, secondo la Bibbia, ogni creatura esiste per una parola di Dio: quindi
anche le creature di montagna, dalle più grandiose quali possono essere le masse,
i picchi dolomitici, al più semplice quale può essere un fiore che spunta da una roccia.
L’altro dato di fatto è la coscienza di fede del credente: ecco allora che la Parola
dei Vangeli trova riscontro, trova eco – diciamo – nella parola che c’è nelle creature
delle montagne. Allora, si capisce come sia vera l’espressione di Efrem il Siro, ovvero
che l’universo, montagna compresa, è un’infinità di simboli. E allora, l’atteggiamento
migliore da mettere in atto è quello dell’attenzione, quello di fermarsi a contemplare.
Perché non è detto che subito e con immediatezza, guardando una cosa e dicendo che
è bella, si è in grado di percepire il messaggio che c’è dietro. E’ attraverso la
riflessione, attraverso il confronto con le proprie esperienze di vita, il confronto
anche con un’espressione del Vangelo, con una pagina della Bibbia che ci viene in
mente, che capisci il messaggio che c’è dietro a quella creatura".