Brasile: il Consiglio indigenista denuncia assassini di indigeni e invasioni delle
loro terre
Il Consiglio Indigenista Missionario (Cimi), organizzazione della Chiesa cattolica
in Brasile, ha presentato a Brasilia i dati del 2011 sulla violenza contro le popolazioni
indigene. Il Rapporto annuale del Cimi, preparato con persone che lavorano sul campo,
riporta che tra il 2000 e il 2011 sono stati registrati 555 suicidi di indigeni nel
Mato Grosso do Sul, lo Stato con il più grande gruppo etnico del Paese, i Guarani
Kaiowá. Solo nel 2011 ci sono stati 45 casi di indigeni che si sono suicidati, tre
in più rispetto al 2010. La notizia allarmante è l'aumento dei giovani che si tolgono
la vita in questo modo: la loro età è compresa fra 14 e 18 anni e, quando si parla
degli adulti, fra 21 e 30 anni. "I dati presentati in questo rapporto rivelano l'aggressione
alla dignità umana delle popolazioni indigene del Brasile, il loro dolore e la loro
sofferenza" scrive mons. Erwin Kräutler, vescovo della Prelatura di Xingu in Amazzonia
e Presidente del Cimi, nell'introduzione del documento. Il rapporto mostra un aumento
del “danno ambientale”, rivelando che lo scorso anno sono stati segnalati 42 casi
di “invasioni per il possesso e lo sfruttamento illegale delle risorse naturali”,
un numero in aumento rispetto al 2010. Il Cimi critica anche “la lentezza del governo
federale nel demarcare e consegnare le terre agli indigeni”, affermando che questo
atteggiamento “espone ulteriormente i territori al degrado ambientale”. “Nel 2011
solo tre terreni sono stati consegnati dalla Presidente Dilma Rousseff, il peggior
risultato nel primo anno di governo dal tempo di Jose Sarney". Mons. Erwin conclude
sottolineando il significato della terra per le popolazioni indigene: “Per l'indigeno
la terra è la sopravvivenza, per la società è solo merce". (R.P.)