2012-06-14 15:51:58

Al via la Campagna nazionale contro il gioco d'azzardo, l'impegno della società civile


All’indomani dell’approvazione in Senato del testo unico sul gioco d’azzardo, primo passo verso una nuova regolamentazione del settore, è stata presentata oggi a Roma la campagna nazionale “Mettiamoci in gioco”, contro i rischi legati ad un fenomeno di cui è vittima almeno il 2,2% della popolazione. Unite, per la prima volta e in modo trasversale, 17 organizzazioni di vario genere, sindacali, del terzo settore, di assistenza sanitaria tra cui Cgil, Acli, Auser, Cnca, Libera e anche l’associazione dei comuni italiani, l’Anci. Cinque le proposte avanzate. Ce ne parla Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

Una malattia sociale che cresce a dismisura, mettendo a rischio 2 milioni di italiani, più al Sud, tra le fasce deboli, minori e anziani, più tra i lavoratori precari e con bassa istruzione, che spinge ancor di più verso povertà, indebitamento e - a volte - suicidi. E’ questo il gioco d’azzardo oggi nel quadro tracciato dalle associazioni che promuovono la campagna “Mettiamoci in gioco”. Un’industria che, a fine 2012, potrebbe arrivare a costare oltre 90 miliardi di euro. Don Armando Zappolini, coordinatore nazionale delle Comunità di accoglienza Cnca:

“C’è un grave gap culturale ed educativo a monte di tutto questo, con uno Stato che spesso - direi - è complice”.

E’ un degrado che chiede una reazione forte e comune, in cinque punti, a partire dal freno statale al modello di ''liberalizzazione controllata'' del gioco, che si è trasformata in una insidiosa de-regolamentazione. Ancora don Armando Zappolini:
“L’Italia è il Paese con il maggior numero di giochi, di quantità di fatturati, di ‘drenaggio’ dei soldi della gente. L’altra cosa è ridare autorità e potere ai sindaci, scavalcati dalla normativa vigente. Le grandi agenzie che gestiscono i giochi hanno pesanti collusioni, hanno una corsia preferenziale che le tutela. Il terzo è riuscire ad inserire la patologia da gioco d’azzardo nei livelli essenziali di assistenza sanitaria”.

Questa è una voce inserita anche nel testo unico in discussione al Senato, così come l’altra proposta della campagna, quella di impedire la pubblicità del gioco d’azzardo come avviene col tabacco, cui sarà dedicata la prima iniziativa: un seminario, il 27 giugno prossimo, all'università "La Sapienza" di Roma. Matteo Iori del Coordinamento gruppi per giocatori d’azzardo:

“Tutti coloro che hanno oggi un problema di dipendenza avrebbero un luogo nel quale poter essere accolti in trattamento, potrebbero essere inviati in strutture residenziali per la cura da gioco, potrebbe essere riconosciuta quindi questa forma di dipendenza. Questa sarebbe una grande differenza: uno Stato che raccoglie i bisogni e non solo che propone nuove forme di gioco”.

La campagna prevede anche la creazione di un tavolo di confronto, con protagonisti del settore, per definire criteri e iniziative per una corretta educazione al gioco, ruolo che avrebbe dovuto svolgere lo Stato, ma che così non ha fatto. Ancora Matteo Iori:

“I governi che si sono succeduti hanno promosso molte nuove forme di gioco d’azzardo per raggiungere tutti i target possibili - dai giovanissimi alle persone un po’ più anziane - ma non hanno attivato forme di prevenzione e di aiuto, perché - a mio avviso - c’è un conflitto di interessi importanti. C’è anche una lobby importante sul gioco d’azzardo che riguarda spesso anche la politica. Quindi spero che una 'lobby positiva' e la politica sana possano dare un significato molto diverso”.







All the contents on this site are copyrighted ©.