Polonia. Il cardinale Bertone "l'uomo ritorni al centro del progresso della società"
“Se la Chiesa affronta in modo sistematico il tema sociale ed economico - come ha
fatto a partire dall’enciclica Rerum novarum di Leone XIII - non lo fa perché abbia
una specifica competenza di carattere economico, bensì perché è ‘esperta in umanità’,
come amava dire il Papa Paolo VI”. Lo ha detto, ieri pomeriggio, il cardinale Tarcisio
Bertone, segretario di stato Vaticano, in occasione dell’inaugurazione del Centro
studi Ratzinger all’Università di Bygdoszcz, in Polonia. In realtà, ha precisato il
porporato, “la Chiesa non teme di offrire la propria voce alle grandi domande dell’uomo,
che riguardano la sua verità e il suo futuro. E fra queste domande vi è anche quella
sull’economia”. Si tratta, in altre parole, “di riconoscere che la dottrina sociale
della Chiesa non è ‘una teoria morale ulteriore rispetto alle tante già disponibili
in letteratura, ma come una grammatica comune’ a tutte queste in quanto fondata su
uno specifico punto di vista, quello del prendersi cura del bene umano”. Il problema
- riporta l'agenzia Sir - è che “drammaticamente, ci si è dimenticati di ciò che la
Chiesa, ancor prima della Rerum novarum e poi con più sicurezza proprio a partire
da quell’Enciclica, ha insegnato con passione: ‘Per la dottrina sociale, l’economia
è solo un aspetto ed una dimensione della complessa attività umana’”. Per il Segretario
di Stato vaticano, “nella riflessione su etica ed economia occorre rimettere l’uomo
al centro della valutazione del progresso della società”. Alla luce di questo criterio,
i tratti della convivenza civile, che deve essere basata “sull’amicizia civile e sulla
fraternità”, rimangono “in gran parte non attuati nelle società politiche moderne
e contemporanee, soprattutto a causa dell’influsso esercitato dalle ideologie individualistiche
e collettivistiche”. Il compito che attende una Università che ospita il Centro studi
Ratzinger sarà, allora, ha sottolineato il cardinale Bertone, quello di dimostrare
che “il principio di fraternità è capace di ispirare scelte concrete nell’agenda politica”.
Alla luce dell’enciclica di Benedetto XVI, “Caritas in veritate”, si tratta “di cogliere
i punti critici della cultura contemporanea per superare quegli ‘atteggiamenti fatalistici,
come se le dinamiche in atto fossero prodotte da anonime forze impersonali e da strutture
indipendenti dalla volontà umana’”. Infatti, “l’uomo è soggetto morale e responsabile
delle sue azioni e non è un individuo ‘ridotto a mezzo per lo sviluppo’”. In realtà,
“per non essere travolti dall’evoluzione economica globale, ci vuole grande senso
critico e impegno per cogliere la complessità del reale”. (R.P.)