Convegno ecclesiale di Roma. Il cardinale Vallini: riscoprire il Battesimo come dono
per tutta la famiglia
Aprendo, lunedì sera, il Convegno ecclesiale della diocesi di Roma, il Papa ha messo
l’accento sulla dimensione comunitaria del Battesimo. Proprio sulla ricchezza che
il Sacramento battesimale riveste sia per la famiglia che per la Chiesa, Luca Collodi
ha intervistato il cardinale vicario Agostino Vallini:
R. – E’ un tema
importante e, nella nostra specifica realtà romana, è un tema che si inserisce in
un cammino di Chiesa e nel progetto pastorale di questi anni. A dieci anni dalla Missione
cittadina e dal Giubileo, volevamo capire quanto il cammino ecclesiale fosse percepito
e assimilato rispetto al tema del "generare alla fede", cioè dell’iniziazione cristiana,
un tema molto ampio, complesso, non riducibile più solo alla lezione di catechismo
sui Sacramenti. Proprio il generare, l’educare alla fede, in un contesto di cultura
secolarizzata, chiama in causa molti aspetti quanto a contenuti e quanto a metodo.
Quest’anno abbiamo pensato di doverci concentrare sul tema del Battesimo dei bambini,
che poi vuol dire generarli alla fede, ma attraverso la famiglia e la comunità ecclesiale.
D.
– Parlando di Battesimo, quindi, si parla fondamentalmente della famiglia...
R.
– Sì, perché in fondo la famiglia è non soltanto fruitrice di un dono, quello del
Sacramento, ma ne è responsabile: si battezza sulla fede dei genitori e della Chiesa.
In questo senso vorremmo che i genitori fossero consapevoli, non di chiedere un rito
o una benedizione, ma un Sacramento, un’esperienza, un dono immenso che il Signore
fa, perché poi si viva da cristiani. Quindi, evidentemente, la pastorale battesimale
dei bambini coinvolge profondamente la famiglia, i genitori.
D. – Dopo questo
Convegno sul Battesimo, come cambierà nelle parrocchie della diocesi di Roma, proprio
la pastorale battesimale?
R. – Noi ci auguriamo - questo è l’obiettivo che
vorremmo raggiungere - di poter avere una "schiera", per così dire, di giovani famiglie
che diventino catechisti del Battesimo, accanto alle famiglie che chiedono il Battesimo
per i loro figli. In questo senso il vicariato ha in mente di produrre dei sussidi
che accompagnino la formazione dei catechisti e, in secondo luogo, l’accompagnamento
di queste famiglie. Non è più pensabile, a nostro parere, dare i Sacramenti, se la
famiglia - il cuore del problema poi è qui – i genitori, rimangono esterni a questo
cammino spirituale dei figli. E’ un obiettivo ambizioso nella cultura che conosciamo
oggi, ma che confidiamo possa realizzarsi.
D. – Talvolta c’è superficialità
nel richiedere il Battesimo nelle parrocchie romane?
R. – Credo un po’ dappertutto;
c’è l’abitudine ed è una cosa buona, quindi, perché non darlo, salvo poi, una volta
celebrato il Battesimo, di ritrovarci impegnati, quando ci sarà la tappa della Prima
Comunione... Noi vorremmo che non fosse un rito isolato, ma che fosse davvero un’esperienza
della famiglia, che accoglie un dono immenso, quello della vita di un figlio e della
rinascita alla vita di fede e di grazia, e che l’accompagni, godendo della presenza
del Signore nella vita, e al tempo stesso lo sostenga nello scoprire e vivere i doni
di Dio.