Nigeria, Onayekan: "terrorismo contro la popolazione, non solo i cristiani"
"Gli attacchi avvenuti
domenica a Jos e a Biu sono vere tragedie, ma non deve passare l'idea che i cristiani
nigeriani si sentano sotto attacco. Purtroppo il governo non riesce a eliminare i
terroristi o a limitare la loro attività e francamente non so spiegarmene il motivo.
Non dovrebbe essere così difficile individuarli. Ma non è vero che il governo nigeriano
non faccia nulla per difendere le chiese cristiane, ci sono soldati e poliziotti dappertutto
e gli edifici pubblici - non solo le chiese - sono sotto controllo". E' l'amaro
sfogo di mons. John Onayekan, arcivescovo della capitale nigeriana Abuja, all'indomani
dei nuovi attentati anti-cristiani nel Paese africano. "Dobbiamo distinguere la
follia dei fanatici religiosi della setta dei Boko haram, che hanno rivendicato gli
attentati di domenica - spiega il vescovo nigeriano - dal resto della popolazione
islamica del Paese. Sono integralisti che - traendo spunto dalla predicazione di qualche
imam del Medio Oriente - vogliono imporre l'islam con la forza come accade in Pakistan
e in Somalia. Secondo me si tratta anche di giovani nigeriani istruiti nei campi di
Al-Qaeda e poi tornati in patria per seminare il terrore. A parte questi c'è però
tutta una popolazione islamica nigeriana che è assediata quanto lo siamo noi cristiani.
Il terrorismo non colpisce solo le chiese ma anche le moschee, quando ci sono imam
che predicano contro l'integralismo. Sia chiaro che noi cristiani nigeriani non siamo
in contrasto con la parte musulmana della popolazione. Anzi, conviviamo bene insieme,
anche all'interno delle stesse famiglie. Non credo dunque possa scoppiare una
guerra tra religioni, anche se il terrorismo rischia di destabilizzare le nostre società.
E per evitarlo bisogna che il governo s'impegni anche contro la corruzione dilagante".
"Dunque - prosegue Onayekan - gli attentati a cui assistiamo non sono il segno di
un conflitto religioso, ma sono causati da un gruppo di criminali che fingono di avere
interessi religiosi ma che in realtà non sono condivisi dalla maggioranza di musulmani
nigeriani". "La comunità internazionale - spiega l'arcivescovo di Abuja - è stata
già coinvolta dal governo nigeriano per avere aiuti e consulenze per combattere il
terrorismo. Esperti statunitensi e israeliani sono qui da tempo. Quello che dobbiamo
evitare, però, è che truppe straniere vengano in Nigeria a combattere per instaurare
la pace, causerebbero più danni che altro". "E' tutto il Paese a essere attaccato"
conclude il presule. "In questi assalti, infatti, non muoiono solo cristiani, ma anche
tanti altri innocenti. Preghiamo affinché il Signore dia pace ai defunti ma possa
anche cambiare il cuore di questi criminali che gridano il nome di dio ma sono blasfemi
e causano tanto dolore agli altri". (intervista a cura di Fabio Colagrande)