2012-06-11 15:24:07

Indagine sulla condizione dei rom in Italia: poveri ma con grande voglia di integrazione


Mancata inclusione sociale, elevata dispersione scolastica, alti tassi di disoccupazione e precarie condizioni abitative. È il quadro tratteggiato dalla prima indagine nazionale sulla condizione di rom e sinti in Italia, realizzata dalla "Casa della carità" nell’ambito del progetto europeo “EU Inclusive”. I risultati della ricerca saranno approfonditi in una due giorni che si apre oggi a Milano e che vede la presenza di religiosi, operatori sociali, studiosi ed esperti. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Dopo sette anni di lavoro sociale, con numerosi nuclei di rom e sinti e circa due di ricerca in cui sono state intervistate oltre 1600 persone in 60 diversi insediamenti di 10 regioni italiane, la "Casa della carità" di Milano, guidata da don Virginio Colmegna, presenta oggi i dati della prima indagine sulle condizioni di vita di Rom e Sinti in Italia. I risultati, da un lato confermano la situazione di povertà, esclusione e discriminazione di questa minoranza; dall’altro vanno contro i pregiudizi consolidati e rivela che la maggior parte di questi è venuta in Italia per trovare una casa e un’occupazione stabili. I numeri parlano dunque di una situazione drammatica: l’analfabetismo sfiora il 20%, oltre la metà della popolazione si ferma alla licenza elementare e il 34% non ha alcuna occupazione. E ancora tra i rom con più di 50 anni solo il 27% dichiara di essere in buona salute. Dall’indagine emerge che il tipo di insediamento influenza in modo determinante le chance di inclusione nel tessuto della società italiana. Gli abitanti degli insediamenti irregolari sono, infatti, nettamente svantaggiati rispetto a chi abita in casa o in insediamenti regolari. Da qui la necessità di un intervento basato sul principio dell’integrazione, come ci spiega don Virginio Colmegna:

In Italia, abbiamo bisogno di scogliere questo nodo, del cosiddetto “piano Maroni”, che l’ha visto sulla sicurezza, con una serie di risorse che sono ancora imprigionate in questa dinamica. Abbiamo bisogno, evidentemente, di sollecitare questa strategia che è uscita dai campi nomadi con tutta la gradualità, regolarizzazione, forte inserimento sul piano del lavoro, sul piano delle donne - che devono evidentemente entrare come protagoniste in questo cambiamento - la scuola. Qui ricordo che “Casa della carità” porta 17 e più dei loro minori al conservatorio, e bisogna anche sviluppare le esperienze positive di eccellenza.







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