2012-06-11 14:26:18

Hong Kong: in 25 mila chiedono un'inchiesta sulla morte di Li Wangyang


Decine di migliaia di persone hanno marciato verso gli uffici del governo cinese a Hong Kong per esigere un'inchiesta sulla morte sospetta di Li Wangyang, dissidente pro-democrazia dei tempi di Tiananmen, trovato impiccato in una stanza di ospedale a Shaoyang nello Hunan. Pur essendoci molte discussioni in Cina e all'estero sulla sua morte, il 9 giugno le autorità hanno cremato il cadavere, dicendo di averlo fatto "con il consenso" della famiglia Li. Oltre 30 organizzazioni erano presenti alla protesta: sindacati, associazioni femminili, cattolici, protestanti, studenti e gruppi politici. Secondo gli organizzatori almeno 25mila hanno preso parte alla marcia dal distretto di Central, fino all'ufficio del Liaison Office del governo di Pechino, nel Western district. La polizia afferma invece che i partecipanti erano solo 5.400. I dimostranti, quasi tutti vestiti a lutto, hanno espresso doloro per la scomparsa di Li e chiesto giustizia per la sua morte. Essi hanno anche gridato per il rilascio di tutti i dissidenti politici e perché si fermi la repressione contro il movimento democratico in Cina, rivalutando pure il movimento del 4 giugno 1989. Molti dei presenti hanno portato fiori e incenso da bruciare per Li. Nel caldo del giorno - almeno 32 gradi - la marcia si è aperta con una grande foto di Li Wangyang e uno striscione con sopra scritto il carattere cinese "dian" (che significa "liberazione"), che i cinesi usano tradizionalmente per i funerali. Li, 62 anni, ha passato 21 anni in prigione, in seguito alla repressione contro il movimento di Tiananmen. Nei giorni prima del massacro, era giunto a Pechino da Shaoyang (Hunan) come rappresentante sindacale. Rilasciato nel 2011, egli aveva perso la vista e l'udito e acquisito alcune disabilità a causa delle torture subite in prigione. All'inizio di giugno, per commemorare i 23 anni dal massacro del 4 giugno, Li è stato intervistato da un giornale di Hong Kong. Nel dialogo, Li afferma che egli sperava di vedere una Cina democratica e la fine del partito unico; che non rimpiangeva di aver preso parte al movimento democratico. (R.P.)







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