A Londra il cardinale Koch riafferma l'urgenza di lavorare per l'unità
“La nostra divisione indebolisce e addirittura minaccia la nostra testimonianza”.
Lo ha detto il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione
dell’unità dei cristiani, rivolgendosi ieri mattina ai fedeli anglicani riuniti per
la solenne celebrazione Eucaristica che si è svolta nella cattedrale di Canterbury.
Il responsabile del dicastero vaticano è in visita a Londra, ospite dell’arcivescovo
di Canterbury Rowan Williams, per conoscere più da vicino la Comunione anglicana.
Prendendo la parola per una riflessione, il cardinale ha ricordato che proprio nella
cattedrale di Canterbury , nel 1982, papa Giovanni Paolo II e l’arcivescovo Robert
Runcie hanno pregato l’uno accanto all’altro” dando così “un esempio ed una testimonianza
che continua ad ispirare tutti coloro che lavorano per l’unità dei cristiani”. Il
cardinale Koch ha quindi parlato della “urgenza” e dell’“obbligo di lavorare per l‘Unità
dei Cristiani”. Ed ha aggiunto: “L‘unità che cerchiamo, si trova solo in Gesù Cristo,
pertanto i nostri sforzi ecumenici non si compiono solo a livello umano, ma devono
far ambire a partecipare più pienamente e più perfettamente in Cristo. Quando abbiamo
l‘unità con Lui, avremo l‘unità con l‘altro”. “Questo compito - ha proseguito il card.
Koch - non sarà facile e richiederà la rinuncia e il sacrificio anche di cose che
ci stanno a cuore. Papa Benedetto XVI, due anni fa, ha sottolineato che il percorso
di unità esige fedeltà alla parola di verità, che richiede che ci liberiamo dalla
conformità allo spirito del tempo. Tale testimonianza può sembrare un sacrificio,
anche una forma di martirio, ma come mostrano gli stessi martiri, tale rinuncia ci
apre alla volontà liberatrice e creatrice di Dio”. La riflessione si è conclusa con
l’esortazione a non “avere paura di mettere da parte tutto ciò che nuoce alla predicazione
del Vangelo vero". (R.P.)