Riformare la politica italiana: l'esortazione dei giovani cattolici
Alcune proposte per una riforma istituzionale italiana sono state presentate, ieri,
dai giovani cattolici al segretario del Pdl, Angelino Alfano, al vicesegretario del
Pd, Enrico Letta, e al leader dell’Api, Francesco Rutelli. Il documento è stato consegnato
nella sede della “Civiltà Cattolica” a Roma ed è il risultato di tre anni di studi
e approfondimenti tra i dirigenti dell’Azione Cattolica, della Fuci, dell’Agesci e
del Movimento studenti cattolici (Msc). L'evento è stato seguito per noi da Michele
Raviart:
Chiedono riforme
istituzionali e trasparenza nella gestione dei soldi pubblici, i giovani cattolici
agli esponenti della “vecchia” politica. Una politica nella quale credono ancora,
mentre registrano con preoccupazione la sfiducia dei loro coetanei nei confronti dei
partiti e degli organi dello Stato. Un’assunzione di responsabilità che nasce dalla
consapevolezza del proprio impegno civile. Luca Alessandrini dell’Agesci:
“Siamo
in una situazione in cui la condizione di partecipazione dei cittadini è ridotta ai
minimi termini. All’interno delle nostre associazioni, come all’interno del tessuto
sociale del nostro Paese esistono quelle competenze per poter governare le istituzioni
a livello locale e a livello più ampio, nazionale. Noi abbiamo l’esigenza di avere
una gioventù, che sia autonoma, responsabile, impegnata e che abbia nella trasparenza
e nella legalità il suo fondamento”.
Nel documento dei giovani cattolici
si leggono proposte concrete di riforma, a partire da quella della Costituzione. Si
chiede l’abbandono del bicameralismo perfetto e un rafforzamento dei poteri del premier
del governo, controbilanciato da un nuovo ruolo del Parlamento, che avrebbe nel “Senato
delle regioni” la sua maggiore novità. E se i partiti devono rimanere gli interlocutori
privilegiati dell’azione politica, è tuttavia necessario regolamentarli giuridicamente,
per garantirne la democrazia interna e la trasparenza nella selezione delle candidature.
Un’esigenza che si avverte anche nella proposta di modifica della legge elettorale.
Alberto Ratti della Fuci:
“Innanzitutto, la legge elettorale va modificata.
La legge elettorale che abbiamo adesso non permette a noi cittadini di scegliere i
nostri deputati e questo è profondamente sbagliato. Ci sono persone valide in Parlamento,
che lavorano bene, competenti, e ce ne sono invece altre che chiaramente sono finite
lì per difendere i propri interessi. Queste, vanno mandate via! In una crisi dei partiti,
come quella che stiamo vivendo, credo che le novità, le nuove idee, possano provenire
soprattutto dal terzo settore, dalle associazioni; associazioni che, in questo momento,
continuano a lavorare e che sono il tessuto del nostro Paese”.
Un patto
“valoriale” tra istituzioni e società civile che ha come punto di riferimento la cultura
del cattolicesimo democratico e il compromesso, “alto, formale e sostanziale” dei
costituenti del 1946. Umberto Ronga dell’Azione Cattolica:
“La democrazia
non si fonda soltanto su procedure e su regole, ma anche su valori che sono al centro
della riflessione attuale e che sono stati al centro della riflessione del costituente.
Penso, innanzitutto, al valore della persona al centro del sistema e quindi destinataria
principale delle iniziative, anche di tipo politico istituzionale. Questo è il senso,
credo, oggi, della partecipazione politica dei giovani cattolici: dire il senso di
una presenza, che metta al centro la persona e i suoi valori e, allo stesso tempo,
che dica che i giovani vogliono fare la loro parte in una logica di corresponsabilità”.
Valori
che non possono prescindere dalla fede, come ci spiega Annamaria Burzynska,
del Movimento degli Studenti Cattolici:
“Come giovane cattolica, penso
che i giovani debbano ricordare che la fede è il fondamento di ogni valore; noi dovremmo
dare testimonianza concretamente, essere attivi nel mondo sociale, e non solo a livello
politico nelle istituzioni e nelle amministrazioni, ma avendo come obiettivo sempre
il bene comune”.
L’ultimo appello dei giovani cattolici è alla sobrietà.
La politica costa ed è giusto che sia finanziata con i soldi pubblici, si legge nel
documento, ma è veramente necessario che il tenore di vita di molti uomini politici
sia così distante da quello dei loro elettori?