Il cardinale Bertone in Polonia: difendere vita e famiglia, nel segno di Karol
Wojtyla
“I cristiani difendano con coraggio la famiglia, la sua ricchezza, i suoi valori”:
è quanto ha detto il cardinale Taricisio Bertone nell’omelia pronunciata ieri mattina
a Łódź, in Polonia, a venticinque anni dalla visita di Giovanni Paolo II. Celebrando
la Messa nella Festa dell'Eucaristia, il segretario di Stato vaticano ha richiamato
l’importanza della famiglia come “Chiesa domestica” ribadendo che “la Chiesa è la
nostra casa” e come tale va “rispettata, difesa e, soprattutto, amata”. Il servizio
di Isabella Piro:
La famiglia
è “l’ambiente naturale dello sviluppo della fede e dell’amore per Dio”, ha detto il
cardinale Bertone, chiedendo poi una maggiore “collaborazione tra le famiglie e i
catechisti, affinché il cammino di crescita delle nuove generazioni porti i migliori
frutti”. Quindi, il porporato si è soffermato sull’importanza dell’Eucaristia “il
più grande dono di Cristo” di fronte al quale “non possiamo essere indifferenti”.
Fondamentale, perciò, il riscoprire “la bellezza di partecipare regolarmente alla
Messa” e il “risvegliare in noi la fede, la speranza e l’amore” soprattutto nel mondo
di oggi, in cui Cristo appare “come un Grande Assente nella vita di molte persone”.
Della necessità di difendere la famiglia, così come le donne, i bambini, i giovani
e gli anziani, il cardinale Bertone ha parlato anche ieri sera, incontrando, sempre
a Łódź, il mondo della cultura e della scienza. In particolare, il segretario di Stato
vaticano ha incentrato il suo discorso sulla figura di Giovanni Paolo II come testimone
e maestro della cultura della vita.
Oggi è fondamentale, ha detto il porporato,
la dimensione etica della cultura e la difesa della vita “in qualunque stadio si trovi”.
E “la Chiesa - ha proseguito - considera suo dovere intervenire sui temi che riguardano
da vicino la crescita e lo sviluppo dell’uomo”, poiché tale contributo “non inficia,
ma anzi arricchisce il principio di una ‘sana laicità’, perché si sforza di fornire
un apporto originale alla costruzione del bene comune”. Denunciando, poi, i rischi
di una “cultura della morte”, diffusa nel mondo contemporaneo a causa del “voltare
le spalle a Dio” da parte dell’uomo, il cardinale Bertone ha lanciato un appello per
“una permanente formazione delle coscienze”, con un richiamo forte ad intellettuali
e mass media perché “possono promuovere e servire la cultura della vita”, tanto più
che essa si intreccia con la cultura “della pace”. “La vita è un dono”, ha concluso
il porporato, non è “dominata da un destino impersonale o determinata dallo sviluppo
di una natura in evoluzione”, ma “il suo valore rimane ed il suo senso non scompare”
a partire dal concepimento e fino al suo termine naturale.