2012-06-09 17:03:36

Presentato a Roma l'epistolario inedito del cardinale Costantini, figura profetica per la Chiesa in Cina


“Vivo apprezzamento” per la pubblicazione dell’opera: “Il ritratto segreto del cardinale Celso Costantini” e l’auspicio “che il suo studio manifesti l’infaticabile dedizione del porporato all’annuncio del Vangelo e alla crescita della Chiesa, soprattutto nell’amata terra cinese”. Così nel messaggio, a firma del cardinale Tarcisio Bertone, che il Papa ha voluto inviare in occasione della presentazione, venerdì pomeriggio, alla Pontificia Università della Santa Croce di Roma, del volume curato da mons. Bruno Fabio Pighin. Di fronte a una affollata sala, molti gli interventi che hanno fatto emergere la grande figura di Costantini, nato a Castions di Zoppola, Pordenone, nel 1876 e morto a Roma nel 1958. Scultore e appassionato d’arte, dopo essere stato cappellano militare durante la Prima guerra mondiale, si impegnò per la ricostruzione e l’aiuto ai bambini orfani, fu delegato apostolico in Cina dove ordinò i primi sacerdoti autoctoni, animato da profondo spirito missionario varò diverse iniziative per favorire l’inculturazione del cristianesimo. Il volume, di 652 pagine, pubblica parte dell’epistolario, finora inedito, del porporato con politici, artisti, uomini di cultura. Quali gli aspetti più rilevanti dell’opera? Adriana Masotti lo ha chiesto al curatore del volume, mons. Pighin:RealAudioMP3

R. - Fondamentalmente, credo due aspetti. Il primo fa luce sulla figura che oggi emerge come un profeta, l’abbraccia proprio a 360 gradi con documenti originali. In secondo luogo emergono grosse novità, ad esempio i rapporti che ebbe con la famiglia Ciano, i rapporti - già noti ma ancora più evidenti - con la famiglia De Gasperi, che egli salvò, ed i rapporti con molti altri statisti. Direi soprattutto una grandissima sintonia con Papa Pio XII, del quale, si dice, fosse il principale ispiratore della politica missionaria. Le encicliche missionarie, in pratica, dipendono molto da Costantini. Emerge tutto questo ed emergono anche tanti punti parziali, che tutti insieme ne fanno un personaggio, come ha detto Papa Giovanni XXIII, di una superiorità assoluta.

D. - Perché questo ritratto viene chiamato ‘segreto’?

R. - Segreto perché il ritratto è stato colto da documenti inediti, cui nessuno aveva mai posto attenzione. Egli, infatti, conservò e curò, durante la sua vita, questo epistolario, lasciandolo poi al seminario di Pordenone, ma nessuno lo aveva mai letto. Io, quindi, sono stato il primo a leggere le oltre 10 mila lettere, e a sceglierne tra queste oltre 600, tra le più significative. In quel senso sì, è ‘segreto’.

D. - Le due grandi passioni del cardinale Costantini sono l’arte sacra e le missioni. Quali novità ci sono in questi due ambiti?

R. - Nell’arte sacra egli fu un grande innovatore. Prima di tutto nel collegarla con la liturgia: l’arte sacra doveva innovarsi con un nuovo spirito di fede, cogliendo anche le sensibilità, ma non gli atteggiamenti estremisti, che si annunciavano a livello artistico. In questo campo, aveva un’autorità veramente assoluta, perché da tutto il mondo - e lo faceva anche il Papa - si ricorreva a lui per avere un giudizio super-partes. In secondo luogo, in campo missionario riuscì non solo nell’opera di decolonizzazione, ma anche nella cosiddetta ‘plantatio Ecclesiae’, ossia rendere autonome le Chiese in terra di missione. I missionari europei dovevano quindi essere di supporto alle missioni e non il perno delle stesse. In terzo luogo, poi, egli pensò - e forse, qui, la sua grandezza si rivela ancora maggiore - all’inculturazione: lo fece utilizzando l’arte, che doveva esprimere le varie culture locali, mettendo insieme il cristianesimo con le diverse culture. E questo gli riuscì soprattutto in Cina. Il suo merito, perciò, è quello di essere il più grande evangelizzatore della Cina di tutti i tempi.

D. - In tutto questo il suo pensiero è ancora attuale?

R. - Sicuramente è ancora attuale. Egli guardò effettivamente al Terzo millennio, pensando sia a un Concilio ecumenico per una riforma della Chiesa in senso missionario, sia all’internazionalizzazione della Curia romana, come anche a un Papa non italiano, affinché si potesse trasmettere il messaggio dell’universalità della Chiesa.

D. – La pubblicazione del suo volume è soltanto una delle tante iniziative che sono state intraprese, in questi ultimi anni, per riportare l’attenzione sul cardinale Costantini…

R. - Sì. Ma non è finta: noi vorremmo costituire un museo delle sue cospicue opere, a Pordenone, un museo permanente. Inoltre, vorremmo tradurre queste opere se non in cinese quantomeno in inglese, perché siano accessibili, e questo ci viene richiesto da diverse nazioni.


Ad aprire gli interventi alla presentazione dell’opera: "Il ritratto segreto del cardinale Celso Costantini", il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli. Al microfono di Adriana Masotti il porporato sottolinea l’aspetto profetico di Costantini: RealAudioMP3

“La figura del cardinale Costantini è una straordinaria figura di una personalità della Chiesa che ha fortemente influito soprattutto nella visione di una Chiesa missionaria. Egli non è stato semplicemente un esecutore, ma è stato un antesignano, nel senso che aveva visto come la Chiesa missionaria sarebbe dovuta cambiare proprio per assumere una fattezza di Chiesa che si incarnasse nella realtà. Una Chiesa, quindi, che fosse incarnata e che potesse assumere le caratteristiche locali, una Chiesa che fosse in grado di rispondere alle esigenze, uscendo fuori da uno stereotipo che poteva sembrare di tipo colonialista”.

Ma che cosa ha colpito di più di questo volume, mons. Brian Edwin Ferme, preside della Facoltà di Diritto Canonico San Pio X di Venezia a cui si deve la sua pubblicazione? RealAudioMP3

“Sul cardinale Costantini, gli aspetti che vengono fuori leggendo sia il suo diario, scritto durante la guerra, e sia l’epistolario, sono due. Il primo riguarda la sua umanità, nel senso vasto del termine. Egli aveva una corrispondenza con tante persone, di tutti i ranghi sociali: nella sua vita così densa e piena, ha appositamente ritagliato del tempo per scrivere a tutte queste persone. Il secondo aspetto concerne l’amore profondo per un aspetto specifico della Chiesa, ossia le missioni, specialmente quelle in Cina, che a quei tempi non erano così scontate. Inoltre, ha costruito anche delle cose nuove in Cina, ad esempio la Congregazione "Discipulorum Domini", il primo istituto religioso maschile cinese che continua ad esistere. Credo che la sua capacità e la sua abilità si siano espresse nell’indovinare quale potesse essere la strada giusta per l’evangelizzazione, senza offendere però gli altri. E credo che questa sia una cosa che possiamo imparare anche oggi”.







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