Daraa e Homs ancora bombardate dall'esercito siriano. Si indaga su Qubeir
Ancora bombardamenti oggi in Siria, dove i fedeli del presidente Assad hanno attaccato
le città di Daraa e Homs, si parla di una ventina di morti. Intanto proseguono le
indagini per scoprire se ci sia stata o meno una strage di civili a Qubeir, dove da
ieri sono entrati gli osservatori dell’Onu. La Russia ha ribadito la sua contrarietà
ad un eventuale intervento armato stabilito dalle Nazioni Unite, Mosca però appoggia
l’abbandono della Siria da parte del presidente Assad solo se la decisione sarà presa
dal popolo.
FrancescaSabatinelli ha chiesto a NatalinoRonzitti, professore di Diritto internazionale, e Consigliere Scientifico dell’Istituto
Affari Internazionali, se sia possibile minacciare Assad di condurlo davanti alla
corte penale internazionale con l’accusa di crimini contro l’umanità:
R. – Nel caso
concreto ci sono queste stragi, ovviamente c’è una presunzione di innocenza. Quello
che è accaduto, e purtroppo sta accadendo, in Siria può esser configurato un crimine
contro l’umanità e quindi è sotto la giurisdizione della Corte penale internazionale.
Il problema è che la Siria non ha ratificato lo statuto della Corte e quindi in questo
caso la Corte penale internazionale può avere giurisdizione solo se la questione le
è deferita dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Un po’ quello che è accaduto
con la Libia di Gheddafi.
D. - Professore, potrebbe realmente funzionare il
famoso piano di Kofi Annan, che viene ancora definito come l'unica possibilità per
mettere fine a questo conflitto?
R. – Il piano di Kofi Annan non funziona,
è praticamente già morto. La comunità internazionale si deve decidere e tutti sono
titubanti, non vogliono ripetere una situazione tipo Libia, cioè: per un intervento
umanitario sarebbe necessaria una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni
Unite. Però rendiamoci conto anche che gli occidentali, da un po’ di tempo a questa
parte, hanno affermato che si può intervenire senza una risoluzione del Consiglio
di sicurezza per motivi umanitari. Insomma, si trincerano dietro lo schermo della
risoluzione del Consiglio di sicurezza perché nessuno vuole intervenire militarmente.