2012-06-08 11:10:31

Pakistan: dopo l'attentato a Quetta la Chiesa chiede pace e fine della violenza


Una bomba è esplosa ieri davanti al cancello di una scuola religiosa islamica (madrasa) a Quetta, capitale delle provincia pakistana del Beluchistan. Il bilancio della potente deflagrazione è di 15 morti e 51 feriti, fra i quali diversi giovani studenti e alcuni bambini, trasportati negli ospedali della città. “La violenza settaria e il terrorismo imperversano. Condanniamo tali azioni che uccidono innocenti e hanno un assoluto disprezzo della vita umana. Come cristiani continuiamo a chiedere la fine della violenza” ha commentato in un colloquio con l’agenzia Fides padre Inayat Gill, pro-vicario apostolico di Quetta. “E' urgente ristabilire il pieno rispetto della dignità e dei diritti umani in questa provincia, dove il contesto sociale e politico è così difficile e delicato” ha aggiunto il pro-vicario. “Ogni domenica preghiamo intensamente per la pace e la giustizia”. La provincia del Beluchistan è da mesi al centro del dibattito politico nazionale, in quanto vi si registra una violenza settaria che negli ultimi anni ha causato oltre 550 atti terroristici, mentre oltre 100.000 persone hanno abbandonato la provincia a causa di insicurezza e disordini. La violenza è di carattere sociale e politico e tocca il rapporto fra la comunità maggioritaria, i beluci musulmani sunniti, e quella minoritaria, gli hazara di religione musulmana sciita. Inoltre da circa 40 anni nella provincia, ricchissima di risorse naturali, è attiva una guerriglia indipendentista, a cui il governo risponde con un massiccio stanziamento di militari, i “Frontier Corps”. I cristiani nel distretto di Quetta sono, nel complesso circa 70mila, fra i quali circa 40mila cattolici, perlopiù immigrati da altre aree del Paese. La comunità cristiana, generalmente, non è coinvolta nè toccata dalla violenza. (R.P.)







All the contents on this site are copyrighted ©.