2012-06-08 15:52:48

Angeli e Demoni, tema della 67.ma Sagra musicale umbra


Angeli e i Demoni è il tema quest’anno della 67.ma Sagra musicale umbra presentata oggi a Perugia e al via il 7 settembre prossimo. In programma 10 concerti nei luoghi più belli della regione, tra cori infernali e armonie angeliche, con alcune importanti rarità, tra cui la prima assoluta della cantata Amphion di Luigi Cherubini. Inaugurazione affidata alla Royal Philarmonic Orchestra diretta da Charles Dutoit, a cui si alterneranno, fino al 15 settembre, tra gli altri, la Kölner Akademie, il Saint Jacob’s Chambre Choir di Stoccolma, il piano di Maurizio Baglini, la voce di Alessandro Corbelli e i solisti di Perugia. La scelta del tema nelle parole del direttore artistico della Sagra Alberto Batisti. L’intervista è di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

R. – E’ un tema che per esempio nella storia dell’arte, dell’arte figurativa, è importantissimo; nella letteratura, naturalmente, anche. Ma il confronto tra bene e male, tra i diversi messaggeri dell’umanità e della spiritualità, mi è sembrato particolarmente avvincente e degno di essere indagato.

D. – Quindi, dieci concerti in cui questi due elementi sono a confronto. Ma la musica – penso ad una “Canzone di Mefistofele”, penso alle “Suggestioni diaboliche”, alla “Danza macabra”, ha delle scelte particolari nel suo linguaggio, per raccontare il diabolico? Intendo, dinamiche, timbriche armoniche o si tratta solo di titoli?

R. – No, no: sicuramente, innanzitutto ci sono delle tonalità che sono squisitamente diaboliche. Per esempio il re minore, se non diabolica è comunque metafisica, nel senso di un sacro terrore di fronte al mistero, di fronte all’aldilà. Così anche il modo di scrivere “ritmicamente agitato e scomposto” attraverso la sincope, per esempio, e anche l’uso della dissonanza.

D. – Allora, quali le pagine più evocative sul tema guida dell’edizione, secondo il direttore della Sagra?

R. – Sicuramente, le Cantate di Bach per la festa di San Michele Arcangelo, che mettono in scena la lotta tra l’angelo e il dragone. Anche questo oratorio di Carissimi di Dives malus dove figurano turbe demoniache, così come invece la Maddalena – altro oratorio seicentesco romano di Domenico Mazzocchi- dove la Maddalena incontra l’Angelo davanti al sepolcro vuoto del Cristo … E, ovviamente, per quanto riguarda la vocazione di questa edizione in particolare, il tema più avvincente è il concorso internazionale di composizione di musica sacra “Francesco Siciliani”:il Pontificio Consiglio della Cultura, ha voluto lanciare questo tema del “Credo” degli Apostoli come sfida per una nuova musica liturgica contemporanea.

D. – In programma anche un’intera serata nella chiesa di San Bevignate, che è una chiesa sconsacrata del Duecento dei Templari, un concerto dedicato alla produzione rituale musicale massonica di Cherubini e di Mozart … in che modo si inserisce nel programma…

R. – E’, come dire, un’altra ritualità. Il diavolo, in questo caso, sarebbe la massoneria ma senza nessuna voglia di offendere nessuno. E abbiamo questa opportunità straordinaria di eseguire per la prima volta nella storia – mai stata eseguita, nemmeno ai tempi dell’autore! – la cantata Amphion di Luigi Cherubini.

D. – Altro spunto interessante è quell’apertura alla spiritualità ebraica che c’è nel programma: sarà la giornata del 13 settembre …

R. – Una serata totalmente angelica: sono visioni spirituali che mettono a confronto un’ispirazione squisitamente cristiana, come quella di Arvo Part, con due compositori israeliani – Boaz Avni e Ben Ofer Amots– e le loro opere che richiedono addirittura, nel caso di quella di Amots, una voce sinagogale. Credo che la Sagra abbia necessità di aprire anche alle più disparate forme di spiritualità espresse in musica.

D. – Ma non è solo la musica, perché la serata dedicata ai Santi e ai peccatori nel cinema muto farà entrare di prepotenza anche il film nell’ambito della Sagra …

R. – Devo ringraziare la Filmoteca Vaticana per aver messo a disposizione queste rarità, come la “Jeanne d’Arc” di Albert Capellani del 1908: una prima, primissima Giovanna d’Arco cinematografica, ma soprattutto il primo San Francesco del cinema di Enrico Guazzoni, del 1911, testimonianze davvero preziose degli albori della storia del cinema. E poi, questo capolavoro pochissimo conosciuto, almeno dalle nostre parti, di Carl Theodor Dreyer, del 1920, che ci richiama invece il tema infernale: “Pagine del libro di Satana”. Io vorrei che il pubblico capisse quanta infinita materia di rappresentazione dell’umano, del suo eterno confronto con il divino ci sia nel repertorio musicale …







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