Angeli e Demoni, tema della 67.ma Sagra musicale umbra
Angeli e i Demoni è il tema quest’anno della 67.ma Sagra musicale umbra presentata
oggi a Perugia e al via il 7 settembre prossimo. In programma 10 concerti nei luoghi
più belli della regione, tra cori infernali e armonie angeliche, con alcune importanti
rarità, tra cui la prima assoluta della cantata Amphion di Luigi Cherubini. Inaugurazione
affidata alla Royal Philarmonic Orchestra diretta da Charles Dutoit, a cui si alterneranno,
fino al 15 settembre, tra gli altri, la Kölner Akademie, il Saint Jacob’s Chambre
Choir di Stoccolma, il piano di Maurizio Baglini, la voce di Alessandro Corbelli e
i solisti di Perugia. La scelta del tema nelle parole del direttore artistico della
Sagra Alberto Batisti. L’intervista è di Gabriella Ceraso:
R. – E’ un tema
che per esempio nella storia dell’arte, dell’arte figurativa, è importantissimo; nella
letteratura, naturalmente, anche. Ma il confronto tra bene e male, tra i diversi messaggeri
dell’umanità e della spiritualità, mi è sembrato particolarmente avvincente e degno
di essere indagato.
D. – Quindi, dieci concerti in cui questi due elementi
sono a confronto. Ma la musica – penso ad una “Canzone di Mefistofele”, penso alle
“Suggestioni diaboliche”, alla “Danza macabra”, ha delle scelte particolari nel suo
linguaggio, per raccontare il diabolico? Intendo, dinamiche, timbriche armoniche o
si tratta solo di titoli?
R. – No, no: sicuramente, innanzitutto ci sono delle
tonalità che sono squisitamente diaboliche. Per esempio il re minore, se non diabolica
è comunque metafisica, nel senso di un sacro terrore di fronte al mistero, di fronte
all’aldilà. Così anche il modo di scrivere “ritmicamente agitato e scomposto” attraverso
la sincope, per esempio, e anche l’uso della dissonanza.
D. – Allora, quali
le pagine più evocative sul tema guida dell’edizione, secondo il direttore della Sagra?
R.
– Sicuramente, le Cantate di Bach per la festa di San Michele Arcangelo, che mettono
in scena la lotta tra l’angelo e il dragone. Anche questo oratorio di Carissimi di
Dives malus dove figurano turbe demoniache, così come invece la Maddalena – altro
oratorio seicentesco romano di Domenico Mazzocchi- dove la Maddalena incontra l’Angelo
davanti al sepolcro vuoto del Cristo … E, ovviamente, per quanto riguarda la vocazione
di questa edizione in particolare, il tema più avvincente è il concorso internazionale
di composizione di musica sacra “Francesco Siciliani”:il Pontificio Consiglio della
Cultura, ha voluto lanciare questo tema del “Credo” degli Apostoli come sfida per
una nuova musica liturgica contemporanea.
D. – In programma anche un’intera
serata nella chiesa di San Bevignate, che è una chiesa sconsacrata del Duecento dei
Templari, un concerto dedicato alla produzione rituale musicale massonica di Cherubini
e di Mozart … in che modo si inserisce nel programma…
R. – E’, come dire, un’altra
ritualità. Il diavolo, in questo caso, sarebbe la massoneria ma senza nessuna voglia
di offendere nessuno. E abbiamo questa opportunità straordinaria di eseguire per la
prima volta nella storia – mai stata eseguita, nemmeno ai tempi dell’autore! – la
cantata Amphion di Luigi Cherubini.
D. – Altro spunto interessante è quell’apertura
alla spiritualità ebraica che c’è nel programma: sarà la giornata del 13 settembre
…
R. – Una serata totalmente angelica: sono visioni spirituali che mettono
a confronto un’ispirazione squisitamente cristiana, come quella di Arvo Part, con
due compositori israeliani – Boaz Avni e Ben Ofer Amots– e le loro opere che richiedono
addirittura, nel caso di quella di Amots, una voce sinagogale. Credo che la Sagra
abbia necessità di aprire anche alle più disparate forme di spiritualità espresse
in musica.
D. – Ma non è solo la musica, perché la serata dedicata ai Santi
e ai peccatori nel cinema muto farà entrare di prepotenza anche il film nell’ambito
della Sagra …
R. – Devo ringraziare la Filmoteca Vaticana per aver messo a
disposizione queste rarità, come la “Jeanne d’Arc” di Albert Capellani del 1908: una
prima, primissima Giovanna d’Arco cinematografica, ma soprattutto il primo San Francesco
del cinema di Enrico Guazzoni, del 1911, testimonianze davvero preziose degli albori
della storia del cinema. E poi, questo capolavoro pochissimo conosciuto, almeno dalle
nostre parti, di Carl Theodor Dreyer, del 1920, che ci richiama invece il tema infernale:
“Pagine del libro di Satana”. Io vorrei che il pubblico capisse quanta infinita materia
di rappresentazione dell’umano, del suo eterno confronto con il divino ci sia nel
repertorio musicale …