2012-06-07 12:17:42

Campionati Europei di calcio. Il Papa: un invito a superare individualismo ed egoismo


Lo sport di squadra aiuta a superare la logica dell’individualismo e dell’egoismo: è quanto scrive Benedetto XVI in un Messaggio inviato al presidente della Conferenza episcopale polacca, mons. Józef Michalik, in occasione dei Campionati Europei di calcio che si svolgeranno, a partire da domani, in Polonia e in Ucraina. Il servizio di Sergio Centofanti:RealAudioMP3

I campionati Europei di calcio sono un evento sportivo – scrive il Papa - che coinvolge tutta la società e “anche la Chiesa non rimane indifferente”, in particolare riguardo “alle necessità spirituali di coloro che ne prendono parte”. Benedetto XVI accoglie “con riconoscenza” le informazioni sui programmati incontri catechetici, liturgici e di preghiera.

Quindi cita il Beato Giovanni Paolo II laddove afferma che “le potenzialità del fenomeno sportivo lo rendono strumento significativo per lo sviluppo globale della persona e fattore quanto mai utile per la costruzione di una società più a misura d'uomo. Il senso di fratellanza, la magnanimità, l'onestà e il rispetto del corpo - virtù indubbiamente indispensabili ad ogni buon atleta - contribuiscono all'edificazione di una società civile dove all'antagonismo si sostituisca l'agonismo, dove allo scontro si preferisca l'incontro ed alla contrapposizione astiosa il confronto leale. Così inteso, lo sport non è un fine, ma un mezzo; può divenire veicolo di civiltà e di genuino svago, stimolando la persona a porre in campo il meglio di sé e a rifuggire da ciò che può essere di pericolo o di grave danno a se stessi o agli altri” (28 ottobre 2000).

“Lo sport di squadra, poi, qual è il calcio – sottolinea Benedetto XVI - è una scuola importante per educare al senso del rispetto dell’altro, anche dell’avversario sportivo, allo spirito di sacrificio personale in vista del bene dell’intero gruppo, alla valorizzazione delle doti di ogni elemento che forma la squadra; in una parola, a superare la logica dell’individualismo e dell’egoismo, che spesso caratterizza i rapporti umani, per lasciare spazio alla logica della fraternità e dell’amore, la sola che può permettere – a tutti i livelli – di promuovere l’autentico bene comune”.

Il Papa, infine, auspicando che questo evento “sia vissuto come l’espressione delle più nobili virtù e azioni umane, nello spirito di pace e di sincera gioia”, affida “a Dio i pastori, i volontari, i calciatori, i tifosi e tutti coloro che si impegnano nella preparazione e nello svolgimento dei Campionati”.

Sul messaggio del Papa, Salvatore Sabatino ha sentito la riflessione di Massimo Achini, presidente del Centro Sportivo Italiano:RealAudioMP3

R. – Credo che il messaggio di Benedetto XVI sia molto importante per tutto il mondo delle sport, indubbiamente, ma anche per tutti i giovani e per tutta l’umanità. E’ sempre stato così e lo è sempre stato in modo particolare nei momenti di difficoltà della vita delle persone e della vita della società. Lo sport è uno straordinario strumento educativo, capace davvero – con un’immediatezza unica – di trasmettere nel cuore dei ragazzi e dei giovani i veri valori della vita ed è motivo di speranza in un tempo di crisi e di emergenza educativa; è anche uno strumento straordinariamente capace di unire i popoli, di generare sentimenti di fratellanza, laddove la diplomazia e tante dimensioni ufficiali del mondo di oggi non riescono ad arrivare.

D. – Questi Europei giungono in un momento di grave crisi economica per il vecchio continente. Che tipo d’impulso e di contributo possono dare?

R. – Io credo che il contributo sia, prima di tutto, sul piano dei valori. Indubbiamente c’è anche una ricaduta economica, perché è bene ricordare che il calcio di oggi quota in modo molto significativo nel prodotto interno lordo di molti Paesi, partendo dall’Italia; ma soprattutto mi auguro che sia una ricaduta importante in termini di valori. Questi Europei hanno una grande occasione: ritrovare un po’ di umanità dentro questo calcio business, che spesso arriva a delle esasperazioni fortemente sbagliate, per diventare un momento non in cui la gente dimentica quello che sta accadendo nella società, ma invece per riscoprire i valori, i sentimenti veri della vita dentro quei grandi appuntamenti che sono, per esempio, gli Europei di calcio.

D. - Questi Europei possono anche essere l’occasione per risvegliare nei Paesi maggiormente in difficoltà uno spirito di appartenenza e di unione?

R. – Devono esserlo! E’ un’occasione unica. Io credo – e penso, per esempio, alla Grecia – che possa essere così: certo questo è legato poi anche banalmente all’andamento della squadra, perché è ovvio che questo sentimento si alimenta anche con qualche successo sul campo. Però questa speranza c’è ed è una speranza molto forte. Credo che l’abbiamo vissuta anche noi e spesso si alimenta anche di piccoli gesti: vedere la Nazionale italiana visitare Auschwitz, ad esempio, credo che sia una cosa che ha toccato un po’ il cuore a tutti gli sportivi.

D. – Sappiamo che questi grandi eventi possono fare da volano per i Paesi che li organizzano o causare grossi danni alle casse degli Stati, come è successo – ad esempio – per le Olimpiadi di Atene. In questo caso per Polonia e Ucraina che effetti avranno?

R. – L’esperienza insegna che la valutazione va fatta sempre a consuntivo. E’ chiaro che prima dell’evento, tutti garantiscono che c’è una compatibilità economica e che, di fatto, l’ospitare questi grandi appuntamenti si traduce in qualcosa di positivo per il Paese. La storia insegna che molto spesso non è così! Indubbiamente sono un’occasione importante, indubbiamente generano - sia sul piano dell’economia che sul piano dell’entusiasmo, del sentimento popolare – grande, grande fermento. Credo che la chiave di lettura giusta sia proprio questa: in un tempo di crisi, riuscire ad organizzare questi grandi appuntamenti europei o mondiali, dimostrando che non si sprecano risorse, ma che le si investono attraverso lo sport.







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