2012-06-06 13:40:18

"Donne di Diritto", nel libro di Virginia Lalli figure di donne impegnate per un mondo più giusto


Il personaggio letterario di Antigone, Eleonora d’Arborea, le suffragette e Hillary Clinton: tutte donne di giustizia e di pace che si sono battute per un mondo migliore. Le loro e altre storie al femminile sono narrate in “Donne di diritto”, scritto dall’avvocatessa Virginia Lalli e presentato a Roma in questi giorni. Federico Chiapolino ha intervistato l’autrice.RealAudioMP3

R. – Il libro ripercorre le storie professionali, ma anche umane di donne, dall’antichità ad oggi, che hanno dato un contributo determinante per la stesura di trattati giuridici, aventi ad oggetto diritti umani, come la first lady Eleanor Roosevelt, che ha presieduto la delegazione statunitense del presidente Truman all’Onu per la stesura della dichiarazione universale dei diritti umani. Il libro riporta anche la storia dell’inglese Eglantyne Jebb, specializzata in assistenza sociale e fondatrice di Save the Children. Lo scenario storico è quello del periodo successivo alla Prima Guerra Mondiale. Eglantyne vedrà le sofferenze soprattutto dei bambini, che sono i più vulnerabili, e deciderà di scrivere una prima bozza di dichiarazione dei diritti dei bambini, che segna una svolta molto importante per quanto riguarda la civiltà giuridica, perché il bambino diventa soggetto di diritti. Il libro, però, riporta anche storie di donne che hanno rivendicato i diritti delle donne. Quindi, la storia della prima avvocatessa d’Italia, Lidia Poët – siamo alla fine dell’Ottocento – che ha spianato lo strada poi a tutte noi avvocatesse.

D. – Il primo capitolo del saggio è dedicato al personaggio biblico di Debora, donna giudice, profetessa e guerriera. Qual è il suo contributo?
R. – La storia di Debora è riportata nel Libro dei Giudici– siamo verso il 1150 a.C.: morto Giosuè era finita l’unità politica tra le tribù degli israeliti, i quali subiscono l’oppressione dei cananei e diventano idolatri. Gli israeliti andavano da Debora per le vertenze giudiziarie. Debora, donna sapiente, saggia, consiglia e indica la via della fedeltà al Signore, fino a quando il Signore le affida un altro compito, quello di andare dal generale israelita Barak e dirgli di scendere in guerra contro i cananei. Debora prega e il Signore si manifesta nelle pieghe della storia. Gli israeliti vincono la battaglia e Debora invita a benedire il Signore, che libera il popolo a Lui fedele dai nemici. Debora nella Bibbia viene definita come “madre di Israele”.

D. – Tra le storie tratteggiate troviamo anche alcune donne di pace, chi sono?

R. – Sono donne che hanno contribuito a positivizzare strumenti giuridici per ottenere la pace in alternativa alle guerre. Sarà Berta Von Suttner, collaboratrice di Alfred Nobel, a suggerirgli di istituire un premio Nobel per la pace, e sarà lei, prima donna, a riceverlo nel 1905, per la sua attività a favore della pace. Ad un Congresso a Berna parla profeticamente di una Confederazione di Stati Europei – siamo ai primi del Novecento – e all’Aja di una Corte permanente di arbitrato per dirimere le controversie tra gli Stati. Muore ad una settimana dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, mentre stava organizzando una Conferenza per la pace a Vienna. L’Austria l’ha scelta come effige per i due euro austriaci. Un’altra donna del libro è Jody Williams, premio Nobel per la pace nel 1997, che è stata la promotrice della campagna internazionale per la messa al bando delle mine antiuomo, per abolirne l’uso, la produzione e il commercio. Il Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine antipersona è stato ratificato da oltre 100 Paesi.







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