2012-06-05 13:56:33

Economia: Obama striglia l'Unione europea sulle misure anticrisi


Il presidente americano, Barack Obama, striglia l’Europa sull’efficacia dei piani anticrisi che diversi Paesi stanno portando avanti. Il capo della Casa Bianca ha detto che non bastano le misure adottate. Così si rischia di affossare i mercati mondiali e di compromettere la ripresa dell’occupazione negli Stati Uniti. Intanto, dalla Spagna giungono richieste di fondi all’Unione Europea per sostenere le banche iberiche in crisi di liquidità. Ma a chi in particolare si rivolge l’appello di Obama? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Carlo Dell’Aringa, docente di Economia Politica all’Università Cattolica di Milano:RealAudioMP3

R. - Nei confronti di questi Paesi come la Germania che hanno il "pallino" in mano: spetta cioè a loro prendere decisioni fondamentali per risolvere problemi di liquidità, anzitutto di alcuni Paesi europei e delle loro banche, e i problemi della crescita. Obama è molto preoccupato perché una crisi dell’intero continente europeo inevitabilmente provocherà effetti su tutte le altre aree commerciali del mondo: già l’India e la Cina cominciano a soffrire, perché le loro esportazioni in Europa stanno diminuendo. C’è quindi una forte preoccupazione anche degli Stati Uniti, soprattutto da parte di un presidente che si prepara alla tornata elettorale.

D. - La situazione difficile europea riguarda anche le banche: in che modo si può intervenire?

R. - In questo momento l’emergenza è costituita dal sistema bancario e in particolare dalle banche spagnole che - come sappiamo - erano le maggiormente esposte alla bolla immobiliare e che attualmente sono in grande difficoltà di liquidità: una crisi di liquidità che può anche tramutarsi in una crisi di solvibilità e quindi nel fallimento di alcune grandi banche. Se questo dovesse succedere, io penso che sarebbe la miccia che farebbe esplodere tutto un sistema dell’area monetaria. C’è quindi la necessità di spegnere anzitutto l’incendio, cercando di capitalizzare le banche maggiormente in crisi. Gli strumenti possono essere diversi: può essere certamente il Fondo Salva Stati; può essere la Banca Centrale Europea o può essere anche un nuovo istituto, come Draghi sta proponendo, di una banca europea di salvataggio nei confronti delle situazioni più critiche. Qualunque sia lo strumento, certamente occorrono delle risorse consistenti. E’ su questo punto che la Germania è ancora perplessa. Si spera che questo ulteriore invito da parte di una autorità così importante come Obama possa accelerare il processo di "conversione" della Merkel.

D. - Tutto all’insegna del salvataggio dell’euro: qual è il suo pensiero?

R. - Penso che lo sforzo maggiore sia quello di salvare le banche in pericolo, soprattutto spagnole, e di dare la possibilità alla Grecia di sopravvivere dal punto di vista economico. E’ chiaro che dovranno essere prese decisioni immediate prima dell’estate, ma soprattutto ci dovrà essere l’impegno da parte della Germania che alla ripresa autunnale si metteranno in campo quegli strumenti che servono. Se ci saranno strumenti e questi verranno annunciati alla fine di giugno, ancora la situazione sarà recuperabile; altrimenti io penso che sarà difficilmente recuperabile se si aspetteranno ancora diversi mesi prima di prendere qualche azione significativa. Io penso che sia necessario accelerare il processo di unione politica per convincere la Germania a porre in campo risorse, che poi provengnono dalla stessa Germania: sarebbe giustificata agli occhi dei loro elettori solo attraverso un impegno politico da parte della Germania e degli altri Paesi dell’area monetaria.







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