"A Roma, con il
cuore e la mente in Emilia dove dolore e lutto invitano a riflettere sulla fragilità
della condizione umana, osando uno sguardo di fiducia e speranza, fermo e determinato
nel segno dell’unità nazionale. La sfilata, annunciata come sobria ed essenziale,
si caratterizza come opportunità per un risveglio fattivo della solidarietà verso
le popolazioni colpite dal terremoto. Un evento dedicato esclusivamente alla memoria
delle vittime, al dolore delle famiglie e di intere comunità che hanno visto frantumare
i simboli della loro storia oltre che gli spazi fisici della preghiera, del lavoro
e della festa". Così mons. Vincenzo Pelvi, Arcivescovo Ordinario Militare per
l'Italia, riflette sulla Radio Vaticana 105 FM, sull'opportunità o meno di tenere,
dopo il sisma in Emilia, la parata militare per la Festa della Repubblica italiana.
"Nessuna calamità naturale può indebolire tra i cittadini l’attaccamento e l’appartenenza
radicata alla comunità nazionale. A nessuno può sfuggire quella coscienza unitaria
che è sopravvissuta in passato a prove terribili e che saprà superare anche le difficoltà
non facili che oggi ci sono davanti. Esempio di sostegno e incoraggiamento sono i
nostri soldati impegnati lontani da casa e che rischiano la vita per un ideale di
pace". "A loro il rispetto e il grazie per la sicurezza che offrono. Anche in queste
ore, su richiesta delle Prefetture di Ferrara e Modena, centinaia di militari con
vari mezzi, rimuovono detriti, trasportano derrate, danno supporto logistico ai campi
di accoglienza, procurano attrezzature sanitarie e la sicurezza della rete ferroviaria.
Ai nostri giovani soldati la riconoscenza e l’augurio di osare sempre di più per dare
il nuovo sapore dell’altruismo disinteressato e della gratuità all’intera società
civile". (di Luca Collodi)