Notificazione della Dottrina della Fede sul libro di una suora americana
Con una Notificazione diffusa oggi sul libro “Just Love. A Framework for Christian
Sexual Ethics” di suor Margaret A. Farley, la Congregazione per la Dottrina della
Fede esprime “profondo rammarico” per il fatto che un membro di un Istituto di vita
consacrata “affermi posizioni in diretto contrasto con la dottrina cattolica nell’ambito
della morale sessuale”. La Notificazione, che non è accompagnata da alcuna sanzione,
arriva dopo uno scambio di lettere con la stessa religiosa appartenente alle Sisters
of Mercy of the Americas, nelle quali si chiedeva a suor Farley una correzione delle
“tesi inaccettabili” contenute nel suo libro. Ma le sue risposte non hanno chiarito
adeguatamente i problemi presenti nel testo. Quindi i membri della Congregazione hanno
deciso di pubblicare questo documento. La sintesi nel servizio di Debora Donnini:
L’autrice del
libro, suor Farley, non presenta “una comprensione corretta” del ruolo del Magistero
della Chiesa e “nel trattare argomenti di carattere morale” o ignora “l’insegnamento
costante del Magistero oppure, quando occasionalmente lo menziona, lo tratta come
un’opinione fra le altre”. Un atteggiamento che, spiega la Notificazione della Congregazione
per la Dottrina della Fede, “non può essere in alcun modo giustificato, neppure all’interno
di una prospettiva ecumenica che l’autrice desidera promuovere”. Suor Farley rivela
“una comprensione difettosa della natura oggettiva della legge morale naturale” e
sceglie invece di argomentare sulla base di conclusioni di “determinate correnti filosofiche”
o della sua “comprensione dell’’esperienza contemporanea’”. La Notificazione della
Congregazione per la Dottrina della Fede, che non è accompagnata da alcuna sanzione,
definisce tale approccio “non conforme alla genuina teologia cattolica” rilevando
gli errori del suo libro in tema di atti e unioni omosessuali, masturbazione, indissolubilità
del matrimonio, divorzio e seconde nozze.
La Congregazione sottolinea,
ad esempio, che è opposto all’insegnamento del Magistero la posizione di suor Farley
sulle unioni omosessuali: secondo la religiosa, una delle questioni più urgenti davanti
all’opinione pubblica degli Stati Uniti sarebbe la concessione di “una qualifica giuridica
alle unioni omosessuali… paragonabile alle unioni tra eterosessuali”. La Chiesa ribadisce
che “il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’approvazione
del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali”.
Equipararle al matrimonio significherebbe non solo “approvare un comportamento deviante”,
ma anche offuscare valori fondamentali del patrimonio comune dell’umanità.
A
proposito degli “atti omosessuali”, il documento torna a sottolineare la distinzione
della Chiesa cattolica tra “persone con tendenze omosessuali e atti omosessuali”.
Quanto alle persone, il Catechismo insegna il rispetto e di “evitare ogni marchio
di ingiusta discriminazione” ma quanto agli atti “in nessun caso possono essere approvati”
essendo contrari alla legge naturale.
La Congregazione ricorda poi l’indissolubilità
del matrimonio e che l’intima unione degli sposi esige la piena fedeltà: essi, infatti,
sono abilitati a rappresentare “la fedeltà di Dio alla sua alleanza, di Cristo alla
sua Chiesa”. Suor Farley come sua personale posizione sostiene che “l’impegno matrimoniale
sia soggetto a scioglimento per le stesse ragioni fondamentali per le quali ogni impegno
permanente, estremamente grave e quasi incondizionato, può cessare di esigere un vincolo”.
Viene poi definita contraria alla dottrina cattolica la visione di suor Farley
secondo cui, pur rimanendo qualcosa fra due persone che si sono sposate, ciò che resta
non impedisce un secondo matrimonio. La Chiesa, spiega la Notificazione, sostiene
per fedeltà alla parola di Gesù Cristo (“Chi ripudia la propria moglie e ne sposa
un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa
un altro, commette adulterio”: Mc 10,11-12), che non può riconoscere come valida una
nuova unione, se era valido il primo matrimonio”. Inoltre il documento, sempre citando
il Catechismo della Chiesa cattolica, sottolinea che “se i divorziati si sono risposati
civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la
legge di Dio”. Quindi “non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto
il tempo che perdura tale situazione”, “non possono esercitare certe responsabilità
ecclesiali” e “la riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere
accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza
e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnati a vivere in una completa continenza”.
Sulla
masturbazione, poi, si ricorda che “è un atto intrinsecamente e gravemente disordinato”
e “qualunque ne sia il motivo, l’uso deliberato della facoltà sessuale al di fuori
dei rapporti coniugali normali contraddice essenzialmente la sua finalità”.
La
Congregazione, dunque, “rende avveduti i fedeli” che questo libro “Just Love. A Framework
for Christian Sexual Ethics”, del 2006, “non è conforme alla dottrina della Chiesa”
e di conseguenza non può essere utilizzato come valida espressione di dottrina cattolica
“né per la direzione spirituale e la formazione né per il dialogo ecumenico e interreligioso”.
Infine si incoraggiano i teologi a proseguire nell’insegnamento della teologia morale
“in piena conformità con i principi della dottrina cattolica”.
Questa Notificazione
giunge dopo che la Congregazione per la Dottrina della Fede, a seguito di un primo
esame del libro, con lettera del 29 marzo 2010 “indirizzò all’autrice, per i buoni
uffici di suor Mary Waskowiak, allora Superiora Generale delle Sisters of Mercy of
the Americas, un’ampia valutazione preliminare, indicando i problemi dottrinali presenti
nel testo”. La risposta di suor Farley, del 28 ottobre 2010, non risultò sufficiente
a chiarificare i problemi segnalati. Poiché il caso riguardava errori dottrinali presenti
in un libro la cui pubblicazione si è rivelata causa di confusione tra i fedeli, la
Congregazione decise di intraprendere un “esame con procedura urgente”, secondo il
“Regolamento per l’esame delle dottrine”.
Dopo la valutazione da parte di una
Commissione di esperti, la Sessione Ordinaria della Congregazione, l’8 giugno 2011,
“confermò che il libro in parola conteneva proposizioni erronee, la cui divulgazione
arrischiava grave danno ai fedeli”. Successivamente, con lettera del 5 luglio 2011,
fu trasmesso a suor Waskowiak l’elenco delle proposizioni erronee, chiedendole di
invitare suor Farley ad offrire una correzione delle tesi inaccettabili contenute
nel suo libro.
Suor Patricia McDermott, nel frattempo subentrata a suor Mary
Waskowiak quale Superiora Generale delle Sisters of Mercy of the Americas, con lettera
del 3 ottobre 2011, trasmise alla Congregazione la risposta di suor Farley, accompagnata
dal parere proprio e di suor Waskowiak. Tale risposta, valutata dalla Commissione
di esperti, il 14 dicembre 2011 fu sottoposta all’esame della Sessione Ordinaria.
In tale occasione, considerando che la risposta di suor Farley “non chiariva adeguatamente
i gravi problemi contenuti nel suo libro”, i Membri della Congregazione decisero di
procedere alla pubblicazione di questa Notificazione.