Lutto nazionale per le vittime del sisma in Emilia. Appello del vescovo di Carpi
Trema ancora la terra in Emilia, dove questa mattina le province di Modena e Mantova
sono state colpite da un nuovo “sciame sismico” che, fortunatamente, non ha causato
vittime. Ieri sera una scossa, di magnitudo 5.1, ha provocato il crollo della Torre
dell’orologio di Novi di Modena e di altri campanili pericolanti. In tutta Italia
si celebra, intanto, la Giornata di lutto nazionale. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Giornata di
lutto nazionale, con bandiere degli edifici pubblici a mezz’asta e un minuto di silenzio
in tutte le scuole, per commemorare le 24 vittime delle scosse di terremoto che hanno
devastato l’Emilia, su cui si sta abbattendo dalle prime ore di questa mattina anche
un violento temporale. Una giornata per ricordare, pregare e riflettere come sottolinea
il vescovo di Carpi, mons. Francesco Cavina:
“Riflettere e sperare.
Riflettere sulla nostra realtà della condizione umana. Io spero che la riflessione
sia andata in questa direzione perché credo che, fino ad adesso, in tanti abbiamo
peccato di crederci onnipotenti oppure che la sofferenza, la disgrazia, il lutto possa
sempre capitare agli altri. Insieme alla riflessione c’è proprio la consapevolezza
che, comunque sia, il Signore rimane con noi: è Colui che è la nostra speranza. Nella
sofferenza abbiamo anche potuto toccare la presenza del Signore e questo ci ha dato
grande speranza. Ai miei sacerdoti ho raccomandato di rimanere ancorati alla preghiera
perché è proprio la preghiera, la comunione con il Signore e l’intimità con Lui che
ci permette di mantenere viva la speranza, di riuscire a trasmettere la dimensione
di verità ai nostri fratelli nella fede e anche a coloro che sono lontani!”.
Una
folla di fedeli si è radunata a Carpi, nonostante la pioggia battente e la paura di
nuove scosse, per dare l’ultimo saluto a don Ivan Martini, morto martedì scorso in
seguito al crollo della chiesa di Rovereto, mentre cercava di portare in salvo una
statua della Madonna. Durante la Messa esequiale, mons. Francesco Cavina ha detto
che “don Ivan aveva capito il mistero della morte e della vita spiegato da Cristo”:
“L’aveva
capito molto bene e si era impegnato in questo che poi è quello che fa ogni buon cristiano.
La nostra vita è un passaggio qui su questa terra ma proprio perché è un passaggio
non è un passaggio inoperoso. E’ un passaggio operoso, che va vissuto proprio nel
servizio, facendo della propria vita un dono per gli altri, vivendo il comandamento
di Gesù: ‘Avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero nudo e mi avete vestito’, che
si esprime proprio nella dimensione della carità che non è solo filantropia ma che
nasce proprio dall’incontro con il Signore che rende viva la nostra vita”.
Il
commissario europeo alla politica regionale, Johannes Hahn, dopo aver visitato le
zone colpite dal sisma, ha precisato che i danni stimati, anche se la valutazione
è ancora in corso, sono intorno ai 5 miliardi di euro. Il commissario Hahn ha anche
annunciato lo stanziamento di 200 milioni di euro attraverso il Fondo di solidarietà.
Occorrono interventi immediati, afferma il vescovo di Carpi:
“E’ quello
che stiamo chiedendo veramente con insistenza perché la gente ha bisogno di uscire
da questo stato di incertezza, determinato anche dal fatto che le scosse continuano
ma anche dalla percezione che si fa una gran fatica a vedere azioni che siano concrete.
Anche se c’è tanta gente veramente che si impegna, abbiamo bisogno di vedere che qualcosa
sta tornando alla normalità. L’urgenza della ricostruzione è fondamentale”.
Le
comunità dell’Emilia sono prostrate. Questo l’appello di mons. Cavina rivolto dai
nostri microfoni:
“I parroci oggi mi dicevano: noi vogliamo riprendere la
vita nelle parrocchie però non abbiamo più le strutture. Io vorrei lanciare anche
un appello tramite la Radio Vaticana: chi avesse strutture prefabbricate che non utilizza
e che possono invece essere utili per la celebrazione dell’Eucaristia, chiedo che
possano metterle a disposizione. Vorrei lasciare anche il mio numero di cellulare:
333-6802072. Chi avesse a disposizione, ripeto, strutture prefabbricate idonee per
la celebrazione dell’Eucaristia e quindi per riprendere anche la vita liturgica delle
parrocchie, se potesse metterle a disposizione, sarebbe veramente un dono graditissimo
perché indispensabile”.
Prosegue, poi l’impegno di uomini e donne di buona
volontà:
“Le persone ci sono, tanti giovani che ci hanno dato la loro disponibilità.
Penso agli scout, e non solo, che veramente 24 ore su 24 sono sul campo. Penso alle
Guardie Svizzere, un gruppo di 20 Guardie Svizzere che sono arrivate dal Vaticano
per mettersi al servizio nostro e che hanno suscitato veramente un grande entusiasmo
nella gente perché le hanno viste come un segno della presenza e della vicinanza del
Santo Padre, uno dei tanti segni che il Santo Padre ha manifestato nei nostri confronti
... e quindi le persone ci sono e ciò che è importante è che abbiamo bisogno di questo.
Chiedo a chi può di aiutarci nel senso che ho appena detto e se lo può fare fa un
dono veramente a comunità che corrono il rischio di essere prostrate da questa sofferenza
e da questa tragedia”.
La Conferenza Episcopale Italiana, dopo il primo
stanziamento di un milione di euro, ha intanto destinato all’emergenza altri due milioni
di euro. Domenica 10 giugno, solennità del Corpus Domini, si terrà in tutte le chiese
una colletta nazionale e il ricavato verrà consegnato alle Caritas diocesane. Benedetto
XVI ha disposto, inoltre, un ulteriore aiuto per i terremotati dell’Emilia, devolvendo
i 500 mila euro delle offerte raccolti durante l’Incontro mondiale delle famiglie.