Il Santo Padre ai governanti: fatevi amare, lo Stato sia a servizio della famiglia
Altro appuntamento atteso nel fitto calendario della visita del Papa, l’incontro sabato
pomeriggio nell’arcivescovado di Benedetto XVI con le autorità civili e militari,
gli esponenti del mondo del lavoro, della cultura, dell’educazione della società milanese
e lombarda. Il servizio di Roberta Gisotti.
Alle “laboriose
popolazioni milanesi e lombarde” il Papa ha rilanciato i principi che guidarono Sant’Ambrogio
“governatore equilibrato e illuminato” che affrontò “con saggezza, buon senso e autorevolezza
le questioni”, superando contrasti e divisioni. Anzitutto “una verità”, fondamento
di convivenza sociale:
“...nessun potere dell’uomo può considerarsi divino,
quindi nessun uomo è padrone di un altro uomo”.
Altro elemento “la giustizia”,
“prima qualità di chi governa”, ma da sola “non basta” va accompagnata dall’“amore
per la libertà”, non “un privilegio per alcuni, ma un diritto per tutti”, “che il
potere civile deve garantire”:
“Tuttavia, libertà non significa arbitrio
del singolo, ma implica piuttosto la responsabilità di ciascuno”.
Qui
si pone la laicità dello Stato, ha osservato Benedetto XVI:
“…assicurare
la libertà affinché tutti possano proporre la loro visione della vita comune, sempre,
però, nel rispetto dell’altro e nel contesto delle leggi che mirano al bene di tutti”.
Lo
Stato – ha aggiunto il Papa – deve tutelare la persona, “a cominciare dal diritto
alla vita, di cui non può mai essere consentita la deliberata soppressione”. Deve
essere “a servizio della famiglia, fondata sul matrimonio e aperta alla vita” e riconoscere
“il diritto primario dei genitori” a educare e formare i figli:
“Non si
rende giustizia alla famiglia, se lo Stato non sostiene la libertà di educazione per
il bene comune dell’intera società”.
“In questo esistere dello Stato per
i cittadini” – ha sottolineato Benedetto XVI “preziosa” è la “collaborazione con la
Chiesa”, forte della sua esperienza, dottrina, tradizione, istituzioni ed opere.
Infine
un richiamo particolare:
“Il tempo di crisi che stiamo attraversando ha
bisogno, oltre che di coraggiose scelte tecnico-politiche, di gratuità”.
E
un appello a quanti governano la cosa pubblica: che si facciano amare:
Così,
la politica è profondamente nobilitata, diventando una elevata forma di carità”.