Assad nega ogni responsabilità per il massacro di Hula e accusa la comunità internazionale
“Gli autori del massacro di Hula sono dei mostri” e le immagini delle vittime sono
“insopportabili”. Queste le parole del presidente siriano Bashar Al-Assad al nuovo
parlamento di Damasco, convocato oggi per la prima volta dopo le elezioni del 7 maggio
scorso. Ieri, intanto, 89 persone, tra cui 29 civili, sono morte negli scontri tra
oppositori e sostenitori di Assad. Quattro morti anche nel nord del Libano. Il servizio
di Michele Raviart:
Declina
ogni responsabilità sull’eccidio di Hula, il presidente siriano Al-Assad nel suo discorso
al nuovo parlamento, e accusa terroristi ed estremisti del bagno di sangue che la
scorsa settimana è costato la vita a 108 persone, tra cui 49 bambini e 34 donne. La
Siria sarebbe inoltre vittima di un “complotto internazionale che mira a distruggere
il Paese”, ha aggiunto Al-Assad tra gli applausi, mentre la crisi siriana non sarebbe
riconducibile alla politica interna, ma ad un’escalation di violenze pilotate dall’esterno.
Una presa di posizione che non può convincere la comunità internazionale, che indica
nelle truppe di Assad gli esecutori materiali del massacro, come dimostrerebbero immagini
satellitari diffuse dagli Stati Uniti. “Assad sta solo prendendo tempo, ignorando
tutte le iniziative per la soluzione della crisi che si è formalmente impegnato ad
applicare”, commenta il ministro degli Esteri saudita Al-Faysal. E mentre la Russia
ancora divide le responsabilità di Hula tra lealisti e ribelli, il neo-ministro degli
Esteri francese Jean-Yves Le Drian fa sapere da Singapore che “i russi devono capire
che non si può considerare un futuro in Siria con Assad ancora al potere” e che il
presidente François Hollande “non esclude un intervento militare sotto l’egida delle
Nazioni Unite”.