Emilia: le scosse diminuiscono, l’Ue valuta l’opzione degli aiuti alle imprese
La terra trema ancora nella Pianura Padana, anche se le scosse diminuiscono. Intanto,
la Procura di Modena fa sapere che saranno molti gli indagati per i crolli nei capannoni,
mentre la Commissione europea valuta la possibilità di aiuti di Stato per le imprese
colpite dal sisma. E all'inizio della prossima settimana è atteso un decreto del governo
che consentirà di velocizzare la ripresa delle attività produttive, attraverso procedure
semplificate per la verifica dell’agibilità. Nelle zone terremotate la festa della
Repubblica è stata celebrata ieri nel segno della speranza alla presenza del ministro
Andrea Riccardi, e dei leader dei sindacati confederali, Angeletti, Bonanni e Camusso.
Ma cosa chiedono i sindacati alle istituzioni per la ripresa produttiva di questo
territorio? Marco Guerra lo ha chiesto Giorgio Graziani, segretario
generale della Cisl - Emilia Romagna:
R. - Cercare
di riprendere, di reagire immediatamente, attraverso incentivazioni, fondi per le
imprese e per le famiglie, che in questo momento sono in gravissima difficoltà per
cercare di dare fiducia e prospettiva. In questa logica, abbiamo già fatto un accordo
sugli ammortizzatori sociali. Chiediamo che venga messo nelle condizioni di poter
essere applicato per coprire e tutelare tutti i lavoratori, senza che ne venga a mancare
neanche uno da questa protezione degli ammortizzatori sociali in deroga. E chiaramente,
dall’altra parte, che tutte le parti in causa, dalle istituzioni, alle banche, alle
imprese, mettano in campo tutte le risorse necessarie, per cercare di agevolare questa
reazione a partire naturalmente dall’accesso al credito, dalle risorse finanziarie
disponibili anche sul piano istituzionale, e quindi anche di verificare che si riprenda
a lavorare, laddove è possibile, secondo le misure di sicurezza della legge vigente.
D.
- Quali ripercussioni si avranno sul piano occupazionale, se non si interviene subito?
R.
- Le nostre stime parlano già di ventimila lavoratori che possono trovare difficoltà
nella ripresa immediata del posto del lavoro, e quindi anche la paura che questa condizione,
ci possa mettere nella situazione in cui le imprese scappino, delocalizzino lontano
da qui. Oggi abbiamo parlato anche di questo, e abbiamo ragionato di eventuali delocalizzazioni
temporanee concordate con l’idea e il patto di rientrare.
D. - A proposito
degli incontri di oggi. Quali i temi affrontati?
R. - In particolare si è parlato
del fatto che c’è bisogno di coesione, c’è bisogno di interventi coordinati, e di
patti, di accordi, capaci di fare in modo che tutti i soggetti vadano nella stessa
direzione, che è si quello che diciamo tutti di una ricostruzione e di una ripresa
del lavoro, ma noi diciamo, di una ricostruzione per riprendere il lavoro legale e
di qualità. Quindi in una logica qualificante.