Terremoto in Emilia. Napolitano visiterà i luoghi del sisma il 7 giugno
Trema ancora la terra in Emilia Romagna. Ieri sera un’altra forte scossa di magnitudo
4.2. Nella notte altre 35 scosse di assestamento. Le province colpite saranno visitate
il 7 giugno dal capo dello Stato Napolitano. Intanto Confindustria stima in cinque
miliardi di euro i danni provocati dal sisma. Servizio di Giampiero Guadagni:
La
lunghissima serie di scosse iniziata il 20 maggio sta mettendo a dura prova la capacità
di reazione delle popolazioni emiliane. Un sentimento di inquietudine che qualcuno,
forse sciacalli, prova ad alimentare diffondendo falsi allarmi su una imminente, fortissima
scossa. La Protezione civile ribadisce che è impossibile su questa materia fare previsioni.
Previsioni invece si possono e si debbono fare su come mettere in sicurezza il territorio:
un piano nazionale richiede 15 anni e 40 miliardi di euro, afferma il ministro dell’Ambiente
Clini, per il quale questo piano va sostenuto con risorse pubbliche e con investimenti
privati agevolati. E’ insomma difficile il ritorno alla normalità: il sisma di martedì
scorso ha causato 17 morti e 16 mila sfollati. E parte la conta dei danni. Per Confindustria
ammontano a 5 miliardi di euro. L’area colpita, viene sottolineato, rappresenta il
10% del prodotto interno della regione e l’1% di quello nazionale. 500 le aziende
danneggiate, 12-13 mila i posti di lavoro a rischio. Proprio sul crollo dei capannoni
industriali, in particolare quelli di più recente costruzione, si sta concentrando
l’indagine della Procura di Modena.
“Il sostegno del governo è un passo importante,
ma altrettanto fondamentale è la solidarietà che sta arrivando all’Emilia anche dall’estero”.
Così le Acli, che hanno lanciato una campagna di raccolta fondi in vista della festa
del 2 giugno perché questa data si trasformi in una gara di generosità. Al microfono
di GabriellaCeraso,WalterRaspa presidente Acli regionali,
traccia un quadro dello stato d’animo della popolazione emiliana e delle attività
in corso:
R. – Questa
è una regione "sana", una regione che anche in questa occasione sa rispondere a queste
tragedie. Abbiamo visto l’impegno delle istituzioni in prima fila, anche verso le
imprese: sono stati fatti già degli accordi e dei protocolli di intesa con le aziende.
Quindi si è mosso un po’ tutto l’apparato regionale. C’è, sì, il pericolo della crisi
perché è chiaro che in questi giorni di non lavoro ci saranno delle crisi. Però abbiamo
visto anche che verso queste imprese, verso queste fabbriche c’è tanta, tanta solidarietà.
All’interno del mondo Acli si sono mosse subito tutte le presidenze regionali; addirittura
anche dall’estero, dalla Svizzera … Come Acli abbiamo aperto un conto corrente dove
tutto quello che sarà raccolto sarà devoluto per le parrocchie, per gli asili e per
le famiglie degli operai morti. Inoltre, le Acli di Modena hanno attivato un accordo
con la Coldiretti, una proposta per tutti i circoli Acli di acquistare un chilogrammo
di quelle forme di formaggio che si sono rovinate.
D. – “E’ la solidarietà
che ci costituisce come comunità”, ha detto il vostro presidente Andrea Olivero. Il
2 giugno, infatti, voi avete pensato proprio di trasformarlo in una giornata per la
solidarietà …
R. – Sì. Crediamo che in questa giornata un po’ tutta l’Italia
si debba riconoscere in questo ed esprimere tanta solidarietà, non solo a parole ma
anche con i fatti, i gesti”.