2012-06-01 08:22:24

Filippine: stop alla tratta di esseri umani. L’appello della Chiesa


“Stop alla tratta di esseri umani”: questo l’appello lanciato dalla Chiesa filippina per bocca di mons. Broderick Pabillo, presidente del segretariato nazionale per l’azione sociale, la giustizia e la pace (Nassa). In particolare, il presule ha invitato le diocesi, le parrocchie e le comunità ecclesiali del Paese a moltiplicare gli sforzi e ad intraprendere iniziative contro la tratta nel Paese. “Fa parte della missione della Chiesa agire in questo campo – ha detto mons. Pabillo – e tutti noi dobbiamo risvegliare le coscienze della comunità su questo tema”. Le iniziative possono essere diverse, ha proseguito il presule: si va dall’affissione di striscioni o manifesti contro la tratta a percorsi di educazione e informazione su tale problema, per finire con la diffusione di materiale che promuova la sensibilità sociale della popolazione. “Dobbiamo fermare la tratta – ha ribadito il presidente del Nassa – Molti bambini e ragazzi e molte donne hanno subito esperienze di violenza e sfruttamento sessuale a causa del traffico di esseri umani”. “Questo commercio illegale di uomini – ha continuato il presule – è una forma moderna di schiavitù che sfrutta, in particolare, i deboli ed i poveri, ingannandoli con false promesse e trasformandoli in prede di attività delittuose, come il lavoro forzato o la prostituzione, privandoli dei diritti umani”. Per questo, mons. Pabillo ha richiamato l’importanza della vita umana, sottolineando come essa non sia “una merce da vendere per affari o per guadagno. La vita umana deve, invece, essere riconosciuta nella sua dignità e va quindi promossa, rispettata, protetta e sviluppata fino al raggiungimento della sua pienezza”. Infine, il presule ha chiesto al governo di mettere in atto ogni risorsa per fermare i trafficanti e sottoporli a giudizio: “Dobbiamo combattere contro l’aumento del traffico di esseri umani – ha concluso – Ma non si tratta di un compito o di una responsabilità esclusiva del governo, bensì di tutti”, poiché “ogni cittadino deve dare il suo contributo nella lotta alla tratta e bisogna unire le forze nel proteggere e difendere la vita ed i diritti umani”. (I.P.)







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