2012-05-31 14:29:30

Perù: la Chiesa chiede di fermare il conflitto nella zona di Espinar


La prelatura di Sicuani, a Cusco, in Perù, ha pubblicato un rapporto sulla situazione attuale nella provincia di Espinar, dove si riportano diversi atti di violenza causati dal conflitto tra la popolazione e la società mineraria Xtrata che hanno causato 2 morti e 22 feriti (7 poliziotti e 15 civili), tra cui il Sindaco e il Comandante della Polizia di Espinar. Il rapporto osserva che il conflitto è il risultato di molti eventi verificatisi nel passato, a partire dalla prima mobilitazione del 2000: da quella data la popolazione continua a denunciare i gravi danni arrecati all’ambiente dalla società mineraria. Il rapporto sottolinea anche la quantità sproporzionata di forze di polizia presenti (tra i 1.200 e 1.500 uomini) che generano un clima di maggiore tensione e di diffidenza verso la possibilità di un dialogo con il governo e la società mineraria. Dopo gli ultimi incidenti registrati giovedì scorso, il rapporto chiede l'intervento dell'ufficio della “Defensoria del Pueblo” (Organismo del governo per la tutela dei diritti del cittadino) per le indagini. La Prelatura territoriale, nel suo rapporto, sottolinea anche la carenza di infrastrutture e di altri servizi all'ospedale di Espinar, come un'ambulanza, apparecchiature per i raggi X, specialisti per curare i feriti. La richiesta urgente della Prelatura è che il governo tolga lo "Stato d'emergenza" (imposto dopo gli scontri del 24 maggio) che dà pieni poteri alle forze dell’ordine e mette la città sotto il controllo completo della polizia, per poter iniziare un dialogo fra le parti. La popolazione chiede l’intervento del governo perché realizzi uno studio della zona per quanto riguarda la protezione dell’ambiente, come nel caso di Conga di Cajamarca. Con un comunicato intitolato "Il Dialogo è la via per costruire la Pace", firmato da mons. Salvador Piñeiro García-Calderón, arcivescovo di Ayacucho e presidente della Conferenza episcopale peruviana, anche i vescovi del Perù hanno fatto sentire la loro voce su questo conflitto. Nel comunicato, di cui copia è stata inviata all’agenzia Fides, i vescovi ricordano che la violenza frena lo sviluppo e genera l'odio fra fratelli e che occorre costruire una cultura della pace. Inoltre la vita deve essere protetta e rispettata, sia dalla comunità come dalle autorità. Perciò i vescovi chiedono il dialogo fra le parti per risolvere il conflitto immediatamente. Alle Forze dell'ordine si raccomanda di compiere il loro dovere senza l'uso della violenza. Infine la Conferenza episcopale offre la disponibilità della Chiesa cattolica a farsi mediatrice per il dialogo. (R.P.)







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