Pakistan: giudici sotto pressione per applicare la “legge sulla blasfemia”
La questione della “blasfemia” è un “buco nero” per il sistema giudiziario in Pakistan.
I giudici pakistani sono sotto pressione per condannare a morte le persone accusate
in base alla “legge sulla blasfemia”, mentre gli avvocati sono riluttanti ad assumere
le difese degli imputati, a causa delle intimidazioni. E’ la denuncia di Gabriela
Knaul, Relatore speciale delle Nazioni Unite sull'indipendenza dei giudici e degli
avvocati, a conclusione di una visita di 11 giorni in Pakistan, in cui ha esaminato
il sistema giudiziario del Paese. La “Legge sulla blasfemia” consiste in due articoli
del Codice penale (il 295b e 295c) che chiedono la pena di morte per chiunque insulti
l’Islam, il suo libro sacro o il profeta Maometto. Della legge si abusa spesso per
dirimere questioni personali o faide familiari. Vittime di false accuse sono spesso
cristiani e altre minoranze religiose. Come riferito all'agenzia Fides, Gabriela Knaul
ha rimarcato che “i giudici sono costretti a decidere contro gli accusati, anche senza
prove a sostegno” e che temono “rappresaglie da parte delle comunità locali”. La rappresentante
Onu - riferisce l'agenzia Fides - ha sollecitato il governo pakistano ad affrontare
le sfide esistenti per garantire l'indipendenza del sistema giudiziario. Padre James
Channan, direttore del “Dominican Center for Peace” a Lahore, conferma che “le pressioni
dei gruppi radicali ci sono e influenzano i giudici nei tribunali di primo grado.
Lo abbiamo visto, ad esempio, fra gli ultimi casi di blasfemia, nella storia di Asia
Bibi. A volte i cristiani accusati vengono assolti nell’appello all’Alta Corte o alla
Corte Suprema. Ma anche i giudici che assolvono i presunti blasfemi finiscono sotto
tiro degli estremisti. Il problema centrale resta l’abuso della legge sulla blasfemia.
Il governo, che verbalmente si è più volte impegnato a fermare tali abusi, dovrebbe
passare ai fatti. La questione non è nuova, ma siamo felici che venga sollevata a
livello delle Nazioni Unite. Speriamo che tale presa di posizione abbia un impatto
e che nei tribunali pakistani sia garantita la giustizia”. Nel 2011 due importanti
figure politiche che hanno criticato la legge sulla blasfemia sono state uccise: il
musulmano Salman Taseer, ucciso da una delle guardie del corpo a gennaio 2011, e Shahbaz
Bhatti, l'unico ministro cristiano nel governo federale, freddato da militanti a marzo
2011. (R.P.)