India: ancora nessun colpevole per il rogo alla chiesa del Kashmir
Nessuna novità nel caso del rogo che ha rischiato di distruggere la chiesa Holy Family
di Srinagar (Jammu e Kashmir), gettando la comunità cattolica in preda alla paura.
A oltre una settimana dall'incidente, la polizia non ha ancora identificato i colpevoli,
nonostante il parroco padre Mathew Thomas abbia loro fornito i video delle telecamere
di sorveglianza. "Le immagini - spiega all'agenzia AsiaNews - non sono chiare, ma
la polizia ha la possibilità di migliorarne la qualità". Secondo Predhuman Joseph
Dhar, un brahmino indù kashmiri (pandit) convertito al cattolicesimo, l'apparente
poca attenzione riservata al caso dalle autorità è indice della condizione di "abbandono"
in cui si trova la comunità cristiana nello Stato. Secondo Dhar, quest'ultimo episodio
"deve spingere la Chiesa in India ad aprire gli occhi in modo definitivo sulla situazione
in cui vive la comunità cristiana qui". Il Jammu e Kashmir, unico Stato a maggioranza
islamica e dotato di una propria costituzione, non riconosce le autorità ecclesiastiche
come soggetti statali. "Questo - spiega il cattolico ad AsiaNews - ha indotto la Chiesa
a credere che avere tre istituti scolastici fosse sufficiente come 'missione'". Ma
educare e far crescere una comunità, aggiunge "passa anche per altro. Significa incoraggiare
e sostenere soprattutto la popolazione locale, non solo chi proviene da altre parti
del Paese per lavorare nei loro istituti". Per Dhar, il rischio è che i cristiani
diventino vittime della stessa pulizia etnica subita dai pandit agli inizi degli anni
'90 dai fondamentalisti islamici. Nel 1990, lui stesso ha dovuto lasciare il lavoro
(capo dell'Ufficio educativo del governo) e il Kashmir, per trasferirsi nel Jammu.
"Non ho ricevuto alcun aiuto, e anzi, il mio esilio forzato è stato minimizzato da
molti. Adesso, nemmeno in Jammu i cattolici si sentono più al sicuro; in Kashmir,
sono ormai ridotti a zero. Lo stesso a Ladakh". È meno negativo mons. Peter Celestine
Elampassery, vescovo di Jammu-Srinagar. "La situazione è tesa - ammette -, è vero.
I cattolici qui sono una minoranza e hanno paura di altri attacchi, sono preoccupati,
e si sentono feriti per questa aggressione diretta al cuore della comunità. Tuttavia,
la Chiesa in India ci sostiene con forza, ed è con noi nella ricerca dei colpevoli".
(R.P.)