Honduras: il dramma dei migranti rimpatriati a forza nel loro Paese
"Sono la povertà, lo status sociale e la violenza i fattori che continuano a spingere
i nostri compatrioti a lasciare il Paese, seguendo un percorso pericoloso, pieno di
dolore e sofferenze", ha detto suor Valdete Wilemann, responsabile del Centro per
i Migranti Ritornati (Camr), che si trova nei pressi dell'aeroporto di Toncontin,
Honduras, descrivendo il dramma delle persone che cercano una nuova vita all’estero,
ma che sono poi rimpatriate a forza nel loro Paese. La religiosa - riporta l'agenzia
Fides - ha ricordato che questo anno è cresciuta la deportazione dei migranti rispetto
allo scorso anno: “abbiamo registrato un aumento del 10,46% delle espulsioni per via
aerea; questo significa che sono rientrate circa 2.500 persone in più rispetto all’anno
scorso". Secondo suor Valdete i migranti fuggono la corruzione e le estorsioni delle
quali sono vittime in Honduras, per poi cadere nelle reti dei trafficanti di esseri
umani che operano in Guatemala e Messico, tappe obbligate per raggiungere via terra
gli Stati Uniti. Secondo quanto comunica il settimanale Fides dell’Honduras, citando
i dati raccolti dalla Pastorale della Mobilità Umana, sono 1.500 le famiglie honduregne
alla ricerca di parenti scomparsi durante i “viaggi della speranza” verso il Nord
America. Suor Valdete appartiene alle Suore Missionarie Scalabriniane, che sono responsabili
della Pastorale della Mobilità Umana a livello nazionale. La congregazione gestisce
inoltre tre case di accoglienza per i migranti deportati. (R.P.)