Tibet. Ancora proteste e auto-immolazioni: ieri due giovani si sono dati fuoco a Lhasa
Due giovani si sono dati fuoco ieri in Tibet, come segno di protesta contro la repressione
del governo cinese. L’episodio è avvenuto davanti al tempio buddhista di Jonkhang,
importante luogo di culto di Lhasa, la capitale della Regione Autonoma del Tibet.
Tobgye Tseten, uno dei due giovani, è morto a causa delle gravi ustioni riportate,
mentre il secondo uomo è sopravvissuto. La politica di serrato controllo sulla comunità
tibetana adottata dal governo di Pechino, anche in merito alle pratiche di culto,
ha scatenato negli ultimi anni forti reazioni, provocando l’auto-immolazione di almeno
35 persone a partire dal 2009. Già lo scorso novembre il Dalai Lama era intervenuto
in riferimento a questi gesti estremi, denunciando l’azione del governo cinese come
un’operazione di “genocidio culturale” nei confronti del popolo tibetano. In seguito
a tali affermazioni, le autorità cinesi avevano additato il leader spirituale tibetano
come un “terrorista separatista”, accusandolo di fomentare i suicidi dimostrativi.
L’atto autolesionistico dei due giovani, riferito dall’agenzia cinese Xinhua, è stato
così commentato dal portavoce del Ministro degli esteri cinese, Liu Weimin, in una
conferenza stampa a Pechino: le auto-immolazioni in Tibet non avranno successo poiché,
essendo fatte per ragioni politiche, non sono “popolari”. (A.C.)