Marocco: in migliaia in piazza per chiedere diritti sociali e cambiamenti
“La dignità al primo posto”: è con questo slogan che ieri migliaia di marocchini sono
scesi in piazza a Casablanca, teatro di una marcia nazionale indetta da due organizzazioni
sindacali, la Confederazione democratica del lavoro (Cdt) e la Federazione democratica
del lavoro (Fdt). Alla protesta, secondo l’opposizione, hanno partecipato tra 20.000
e 50.000 persone mentre per le Forze dell’ordine il numero di manifestanti non ha
superato i 20.000. I dimostranti hanno sfilato per le principali strade della capitale
economica del Marocco, lanciando slogan ostili al governo del primo ministro Abdelilah
Benkirane, del Partito giustizia e sviluppo (Pjd, islamico moderato), al potere da
fine gennaio. Lotta alla corruzione e al nepotismo, migliori condizioni di lavoro
e di vita per gli operai ma anche apertura di un dialogo tra esecutivo e rappresentanze
dei lavoratori sono state le principali rivendicazioni mosse dai due sindacati e da
alcune organizzazioni della società civile. “E’ vero, è stata la manifestazione più
imponente dall’insediamento del governo Benkirane. Dietro la protesta di ieri non
ci sono soltanto i sindacati ma l’opposizione parlamentare che fa il suo gioco, come
è giusto che sia in democrazia” dice all'agenzia Misna l’ex deputata Zhor Rachiq.
“Tuttavia è troppo presto per fare un bilancio dell’esecutivo che sta al potere da
soli quattro mesi. E’ fuor di dubbio che il piccolo cittadino, che sia contadino o
operaio, è stanco per gli anni difficili vissuti e patisce il quotidiano per il carovita,
la carenza dei servizi – soprattutto sanità, alloggio e scuola – e la disoccupazione
giovanile alle stelle” prosegue l’interlocutrice. “La richiesta sociale è molto alta
e c’è un clima di grande attesa nei confronti della nuova amministrazione: ci sono
tanti cantieri aperti, ma ci vorranno molti anni prima che la dinamica di cambiamento
abbia ripercussioni concrete sul quotidiano dei cittadini” sottolinea Rachiq, da anni
figura di primo piano della società civile locale con la sua associazione ‘Femme Action’.
“Obiettivamente non si può pretendere che un nuovo Marocco nasca in pochi mesi, ma
piccoli passi si stanno già compiendo: di recente è stato garantito un sistema di
assistenza sanitaria nazionale per le fasce più povere della popolazione” conclude
l’attivista marocchina. Nel 2011, seppur in modo più limitato e diverso, anche il
Marocco è stato protagonista delle rivolte della Primavera araba, portata in piazza
dai giovani del Movimento del 20 febbraio. Per tentare di arginare le rivendicazioni
politiche e sociali dei cittadini, il re Mohamed VI ha convocato un referendum costituzionale
lo scorso luglio e elezioni legislative a novembre, vinte dal Pjd. (R.P.)