In attesa del Palmarès ufficiale del 65.mo Festival di Cannes si conoscono i vincitori
del Certain Regard, della Quinzaine des Réalisateurs e della Semaine de la Critique.
Nel primo caso il premio è andato al messicano "Despues De Lucia" di Michel Franco,
odissea di un’adolescente alle prese con il bullismo dei suoi compagni di scuola;
nel secondo all’algerino "Le Repenti" di Merzak Allouache, cronaca dell’impossibile
reinserimento sociale di un terrorista islamico pentito; nel terzo allo spagnolo "Aquí
y allá" di Antonio Mendez Esparza, ritorno a casa di un emigrato, fra illusioni e
amare verità. Anche la Giuria ecumenica annuncia il suo verdetto, dichiarando vincitore
"The hunt" del danese Thomas Vinterberg e assegnando una menzione speciale a "Beasts
of the Southern wild" dell’americano Behn Zeitlin. Era una scelta difficile, in quanto
i criteri che determinano l’assegnazione del premio molto spesso non coincidevano
con le scelte artistiche dei programmatori del festival. Se infatti la Giuria cercava
delle opere umanistiche che toccassero la dimensione spirituale della nostra esistenza,
quali la giustizia, la dignità degli esseri umani, il rispetto dell’ambiente, la pace
e la solidarietà, pochi erano i film che contemplassero interamente tali valori. La
scelta è dunque caduta su un’opera, che, proprio per la sua profonda riflessione sui
meccanismi sociali e la dignità della persona, al di là delle sue qualità artistiche,
si presenta come esemplare. Protagonista del film è un uomo tranquillo. Separato,
con un figlio adolescente che vede un weekend su due, lavora in un asilo. Ama i bambini
e i bambini lo amano. È una persona rispettata in seno alla sua comunità. Fino al
momento in cui una bambina confessa di avere subito delle molestie sessuali e il corpo
sociale identifica immediatamente il colpevole. Isolato, disprezzato, picchiato, minacciato
di morte, l’uomo sa di essere innocente, ma non sa come difendersi, anche perché anche
tutti gli altri bambini dell’asilo confessano di essere stati abusati nella sua cantina,
descrivendola nei particolari. Sarà tuttavia questo dettaglio a salvarlo, perché la
sua casa non ha una cantina ; e forse le molestie erano solo fantasie, indotte dalle
paranoie pedofile dei genitori. Riabilitato e reintegrato nella comunità, l’uomo cerca
di riprendere il corso della sua esistenza. Ma nulla sarà più come prima. Memore di
un gran film quale "Furia" di Fritz Lang, Vinterberg compone un’opera di grande spessore
morale, dotandosi di una sceneggiatura perfetta e di un interprete formidabile, capace
di introiettare le sue emozioni per tutto il corso del film. Anche "Beasts of the
Southern wild" è a suo modo un film speciale. Ambientato nel Sud degli Stati Uniti,
in una zona indefinita posta alla foce del Mississippi, racconta della lotta disperata
di una piccola comunità di emarginati per salvare il loro territorio dalla distruzione.
Tutta la storia è vista attraverso gli occhi di una bambina, che commenta ogni evento
con quella stupita sincerità di chi apre per la prima volta gli occhi sul mondo. Racconto
epico, intessuto di toni di leggenda, il film trascina lo spettatore in un vortice
di sensazioni e lo lascia incline alla solidarietà, di fronte alla indistruttible
voglia di vivere dei protagonisti. (Da Cannes, Luciano Barisone)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVI no. 148