‘Africa e diaspora’: vertice a Johannesburg nella Giornata mondiale dell’Africa
“L’Africa e la sua diaspora devono unirsi in modo che le nostre sterminate risorse
e capacità tese allo sviluppo possano portare prosperità al continente ma anche benefici
al resto del mondo. E’ giunta l’ora di unirci, oggi o mai più”: sono parole del presidente
della Commissione dell’Unione Africana (UA), Jean Ping, riportate dall’agenzia Misna.
Ping ha lanciato tale appello alla vigilia del primo Vertice mondiale della diaspora
africana, che si tiene oggi a Johannesburg (Sudafrica) in coincidenza con la Giornata
mondiale dell’Africa, una ricorrenza che celebra la nascita, il 25 maggio 1963, dell’Organizzazione
per l’Unità Africana, trasformatasi nel 2002 in Unione Africana. Gli statuti dell’Ua
parlano di diaspora e di una sorta di “sesta regione dell’Africa”. Per diaspora l’Unione
Africana intende “tutti quei cittadini di origine africana che vivono fuori dal continente
e che sono desiderosi di essere coinvolti nello sviluppo dell’Africa”. “D’ora in poi
ci impegneremo per allacciare rapporti con tutti i nostri fratelli e sorelle che vivono
in altre parti del mondo per affermare la nostra identità collettiva, per rafforzare
la solidarietà panafricana e per unire tutte le forze nella costruzione di un’Africa
e di un mondo migliori”, ha sottolineato Maite Nkoana-Mashabane, ministro sudafricano
per le Relazioni internazionali e la cooperazione. A Johannesburg sono attesi i capi
di Stato e di governo di una sessantina di Paesi, dell’Africa, dell’America e dei
Caraibi. Dal primo Vertice mondiale della diaspora africana l’Ua si aspetta l’adozione
di una serie di progetti, tra cui un Programma di volontariato della diaspora, per
“consentire il contributo diretto, effettivo e rapido delle comunità africane residenti
all’estero allo sviluppo dell’Africa” affinché “il termine di grande famiglia africana
possa trasformasi dalle parole ai fatti”. Stesso appello a unire gli sforzi è giunto
dal Parlamento panafricano che si riunisce in questi giorni a Midrand, sempre in Sudafrica.
Ogni anno migliaia di africani, per lo più giovani, lasciano i Paesi di origine in
cerca di un futuro migliore in Europa o negli Stati Uniti. Tra loro ci sono anche
laureati e professionisti che scelgono di esercitare la propria attività all’estero:
è la cosiddetta ‘fuga dei cervelli’, un fenomeno che penalizza il continente pur garantendo
attraverso le rimesse un gettito finanziario di grande importanza. (F.S.)