Mali: caos a Bamako. Al confine con il Burkina Faso 25 morti per scontri interetnici
Situazione confusa in Mali, dopo l’annuncio da parte del Coordinamento delle Organizzazioni
Patriottiche del Mali (Copam, una sigla che riunisce i sostenitori dei golpisti) di
voler “investire” come Presidente, il capitano Amadou Haya Sanogo, il capo della Giunta
militare che aveva preso il potere con il colpo di Stato del 22 marzo. In realtà -
riferisce l'agenzia Fides - la cerimonia di “investitura”, prevista il 24 maggio,
non c’è stata. Haya Sanogo non ha finora preso una posizione ufficiale sull’annuncio
del Copam. Il capo dell’ex Giunta militare si è visto riconoscere le prerogative di
ex Capo dello Stato dall’accordo del 20 maggio, sottoscritto dai militari golpisti,
dalle autorità ad interim di Bamako e dalla Cedeao (Comunità Economica degli Stati
dell’Africa Occidentale). L’accordo prevede un periodo di transizione di un anno con
Dioncounda Traoré come Presidente. Questi si trova attualmente in Francia per cure
mediche, dopo essere stato aggredito nel palazzo presidenziale da alcuni sostenitori
del Copam il 21 maggio. Non si sa quando rientrerà in Mali. Nel frattempo un fatto
inquietante si è verificato in un villaggio maliano al confine con il Burkina Faso.
Almeno 25 allevatori di etnia Peuls, originari del Burkina Faso, sono stati uccisi
a Sari (Mali centrale) nel corso di scontri con agricoltori maliani di etnia Dogon.
Il massacro, che ha origine nell’atavico scontro tra agricoltori e pastori, è però
un segnale di allarme sulla debolezza delle autorità del Mali, che dopo aver perso
il controllo del nord del Paese (in mano a diversi gruppi armati), non sembrano essere
in grado di garantire la sicurezza nemmeno nelle aree ancora sotto la loro potestà.
Vista l’instabilità dell’area, diverse centinaia di Peuls originari del Burkina Faso
sono rientrati in patria. (R.P.)