Il Papa concede l'Indulgenza plenaria a chi partecipa all'Incontro delle Famiglie
a Milano
Benedetto XVI concede l’Indulgenza plenaria ai fedeli che parteciperanno a qualche
funzione durante l’Incontro Mondiale delle Famiglie che si terrà a Milano dal 30
maggio al 3 giugno. Lo afferma un decreto della Penitenzieria Apostolica. L’indulgenza
- che potranno ottenere anche quanti, impossibilitati a recarsi a Milano, saranno
uniti spiritualmente all’evento - richiama l’esperienza del perdono all’interno della
famiglia: una dimensione fondamentale del vivere familiare. Ascoltiamo in proposito
la testimonianza di Pietro Savarese, che assieme alla moglie e alle due figlie
di 1 e 3 anni, partirà da Roma per partecipare al raduno di Milano. L’intervista è
di Debora Donnini:
R. – In un certo
senso posso dire che noi siamo ancora sposati perché, appunto, ci perdoniamo, ci riconciliamo.
Questo è un po’ il segreto del matrimonio ma anche di qualsiasi relazione sociale:
riuscire a voler bene all’altro per come è. Il problema è che questa è una cosa che
viene dall’Alto, non è una cosa dell’uomo. Per me, e anche per mia moglie, a volte
è difficile accettarci per come siamo. Per questo, dicevo, è un dono di Dio e quindi
è un’ottima notizia questa dell’Indulgenza plenaria, perché io posso perdonare mia
moglie solo se, a mia volta, mi sento perdonato da Dio per quello che sono. Quindi
è un’ottima notizia veramente, ringraziamo il Santo Padre …
D. – Lei e sua
moglie avete entrambi 31 anni, portate avanti anche un gruppo del dopo-Cresima. Questa
è un’esperienza importante, anche per voi, come coppia?
R. – Sì, è un’esperienza
veramente bella che facciamo, in un certo senso, anche per gratitudine per tutto quello
che dalla Chiesa abbiamo ricevuto, anche seguiamo un cammino di fede … Questa del
dopo-Cresima è un’esperienza che ci consente, una volta alla settimana, di stare con
i ragazzi, di aiutarli nei loro problemi, di pregare insieme a loro, studiare le Scritture
… Quindi ci aiuta molto non solo ad aiutare loro, ma anche come famiglia: è una cosa
che si fa anche con i figli e quindi è un’esperienza che veramente ci fortifica come
coppia.
D. – Ci sono anche momenti in cui pregate insieme e in qualche modo
cercate di trasmettere la fede, ma anche forse insegnate a perdonare, anche ai figli,
anche se ancora piccoli?
R. – Certo, anche da piccoli hanno bisogno di essere
educati alla fede. La domenica mattina facciamo le Lodi, preghiamo tutti insieme come
famiglia. E’ molto importante per i bambini: è normale che vedano i genitori litigare
– sarebbe strano il contrario - ma è molto importante che vedano poi una riconciliazione,
che ci sia, appunto, un perdono. Anche per dare loro la speranza che tra di loro possono
perdonarsi, perché questo non è un problema che riguardi solo gli adulti: ogni essere
umano pensa sempre di avere ricevuto un torto …
D. – Quale parola vi aspettate
da Benedetto XVI in occasione di questo incontro per le famiglie in un momento storico
in cui la famiglia vive molti attacchi?
R. – Andiamo lì, naturalmente, per
stare vicini al Santo Padre, fargli sentire che le famiglie cristiane sono con lui.
Più che altro, però, penso che sia una testimonianza proprio per la società: che la
famiglia cristiana non è né un modello decadente che non vale nulla, né è una realtà
che non esiste più. Ci saranno migliaia di famiglie da tutto il mondo, sarà veramente
una bellissima festa per dimostrare proprio questo: la bellezza di questo modello
della famiglia cristiana. Se guardiamo la società in cui viviamo, i divorzi e le separazioni
stanno aumentando sempre più. Perché? Proprio per l’assenza di perdono. Ma non perché
la gente sia cattiva e quindi vuole separarsi o divorziare, ma perché non ha ricevuto
questo perdono dall’Alto, non lo conosce. Allora noi andiamo lì proprio per far conoscere
che c’è una possibilità di volersi bene per quelli che siamo. Naturalmente, ci attendiamo
una parola, un aiuto da lui che è il capo della Chiesa, che ci conforti nei nostri
problemi, nelle nostre difficoltà di tutti i giorni, che possa darci una speranza.
Anche perché oggi non è facile vivere come una famiglia cristiana in una società che
si è scristianizzata, e quindi aspettiamo veramente con ansia una parola forte del
Santo Padre.
D. – Ieri proprio il Papa, nel discorso ai vescovi italiani, ha
detto che la nuova evangelizzazione ha bisogno di persone adulte nella fede, quindi
che approfondiscano l’esperienza della fede. Voi sentite, come famiglia, che avete
una missione nella Chiesa?
R. – Sì. Ogni cristiano ha una missione: quella,
appunto, di mostrare questa speranza che viene dall’amore di Gesù Cristo per ogni
uomo. Questo che ha detto il Santo Padre è fondamentale perché, appunto, invita a
riscoprire anche la propria fede, le proprie radici, il proprio battesimo. A volte
il cristiano ha questo seme piantato dentro di sé che però ancora non è germogliato,
non è venuto fuori come una pianta. E allora, veramente penso che sia importante per
tutti - per ogni cristiano, per ogni famiglia cristiana - dare testimonianza e mostrare
che c’è una possibilità di essere felici su questa terra, conoscendo Gesù Cristo.