2012-05-25 14:25:06

Crisi economica: l'Europa s'interroga su come far ripartire la crescita


Meno tasse e più sviluppo. Questo è lo slogan che, di fronte al perdurare della crisi, sta raccogliendo sempre più consensi in Europa. Dopo un primo momento di sacrifici, l’obiettivo è ora quello di far ripartire la macchina economica, consentendo a privati, famiglie e imprese di ravvivare il mercato. Tutto questo, mentre è sempre forte la preoccupazione di un’uscita dall’Euro della Grecia e le Borse reagiscono in maniera altalenante alla situazione. Ma in quale modo è possibile favorire oggi la crescita? Giancarlo La Vella ne ha parlato con Angelo Stefano Baglioni, docente di Economia Monetaria all’Università Cattolica di Milano:RealAudioMP3

R. – Il primo punto è cercare di alleggerire la pressione fiscale. Per fare questo, bisogna spezzare la spirale creata dal raggiungimento di ambiziosi target di bilancio; recessione, mancato raggiungimento degli obiettivi e quindi ulteriori strette fiscali. Per spezzare questo circolo vizioso, bisogna rendersi conto che in una fase di recessione non si possono rispettare rigidamente i target di bilancio prefissati. Ci sono poi alcune iniziative che si possono intraprendere per alleggerire il carico fiscale. Ad esempio: i famosi Eurobond sarebbero uno strumento decisivo per ridurre l’onere degli interessi per gli Stati che, come l’Italia, pagano elevati tassi di interesse sul debito pubblico e questo potrebbe consentire un alleggerimento della pressione fiscale.

D. – In pratica, la ricetta è far circolare di più il denaro, mettendo più soldi in tasca ai privati ed alle imprese...

R. – Sì. Alleggerire la pressione fiscale vuol dire questo. Bisogna cercare anche di ridurre la spesa, naturalmente. Tagliare qualche spreco e qualche spesa della pubblica amministrazione in modo da avere poi i margini per ridurre la pressione fiscale o, quantomeno, per non aumentarla.

D. – La Germania ha, in Europa, una florida situazione economica. Qual è la differenza tra la situazione tedesca e le situazioni depresse di altri Paesi europei, Italia compresa?

R. – La Germania ha vissuto, negli scorsi 10-15 anni, un processo molto forte di ristrutturazione del suo sistema industriale. Ha tenuto bassi i salari ed ha aumentato la produttività. Si presenta quindi molto competitiva sui mercati internazionali.

D. – E quale potrà essere il ruolo delle banche che, tra l’altro, qualche mese fa hanno avuto dalla Banca Centrale Europea un prestito di oltre 500 miliardi di Euro?

R. – Il ruolo delle banche dovrebbe essere quello di finanziare maggiormente le imprese e le famiglie. Questo, purtroppo, non sta avvenendo: quei soldi che sono stati erogati dalla Banca Centrale Europea vengono momentaneamente usati per sostituire e rimborsare le obbligazioni che le banche avevano emesso. La banca, quando queste obbligazioni vengono a scadenza, anziché emettere altre obbligazioni – che sarebbe molto costoso - utilizza i soldi che ha avuto in prestito dalla Bce all’1 per cento. I soldi sono stati usati dalle banche anche per acquistare titoli di Stato, lucrando sulla differenza tra il rendimento dei titoli di Stato di alcuni Paesi – come l’Italia – e, appunto, quell'1 per cento, che è il costo del finanziamento della Bce. La Banca Centrale Europea ha fatto queste operazioni con l’esplicita finalità di far andare questi soldi alle imprese. Ma questo, finora, non è avvenuto e la Banca Centrale Europa continua a sostenere che è un processo lento. Personalmente sono un po’ scettico, ma comunque staremo a vedere.







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