Bolivia: no dei vescovi al progetto di legge sulle unioni omosessuali
I vescovi della Bolivia oppongono un fermo rifiuto al progetto di legge presentato
di recente all’Assemblea legislativa che vuole legalizzare le unioni omosessuali (“Uniones
de convivenza”) nel Paese. Per i vescovi il provvedimento è una “grave minaccia alla
famiglia”, così come intesa dalla saggezza dei popoli originari della Bolivia, dalla
tradizione culturale della società boliviana e dal pensiero cristiano. In questo senso
si esprime un comunicato diffuso a margine della loro Assemblea plenaria, nel quale
i presuli ricordano che il matrimonio per sua natura e finalità non può essere che
“l’unione tra un uomo e una donna” aperta alla vita. Proprio “in quanto struttura
sociale fondamentale e insostituibile, basata sulla natura dell’uomo – sottolinea
con forza la nota - essa non può essere modificata né dalla Chiesa né dallo Stato”.
Infatti, “l’unione omosessuale e il matrimonio non hanno la stessa rilevanza per il
bene comune”, data l’incapacità della prima “di dare la vita, assicurare lo sviluppo
pieno dei figli e garantire la continuità della società”. Non riconoscere l’accesso
allo status matrimoniale alle coppie omosessuali, precisano i vescovi della Bolivia,
non implica peraltro “né l’emarginazione né l’esclusione di queste persone” in quanto
“ogni essere umano, come figlio di Dio, merita di essere rispettato nella sua dignità
e nei suoi diritti fondamentali”. Di qui, in conclusione, l’appello al popolo boliviano
“a difendere i principi del matrimonio e della famiglia come istituzioni, che attraverso
la convivenza armonica, la procreazione e l’educazione dei figli, promuovono l’autentica
felicità umana e contribuiscono alla stabilità e alla continuità della società”. (L.Z.)