La società si mobilita contro la costruzione della discarica vicino Villa Adriana
Si continua a discutere sulla nuova discarica di Roma che il prefetto-commissario
Giuseppe Pecoraro vuole realizzare a Corcolle, a poche centinaia di metri dagli scavi
di Villa Adriana. Tra i molti “no” si registra anche quello del ministro per i Beni
culturali Lorenzo Ornaghi. “Salviamo Villa Adriana” è il comitato che ha organizzato
una “protesta bianca” che prevede non blocchi stradali o sit-in, ma ad esempio una
petizione di firme e altre iniziative di “obbedienza civile” nei riguardi della Costituzione
che impegna la Repubblica a difendere e a tutelare i beni culturali e il paesaggio.
Debora Donnini ha intervistato Marco Magnifico, vicepresidente esecutivo
del Fai, il Fondo Ambiente Italiano, associazione che con altre si batte contro la
costruzione della discarica a Corcolle:
R. - Noi lo
continuiamo a ripetere, ma anche l’Italia, il presidente della Repubblica, non fa
che ricordarci che l’articolo 9 della Costituzione impone agli italiani di tutelare
il loro patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico, che poi è il nostro fiore
all’occhiello. Villa Adriana, a Tivoli, è un unicum assoluto: di Villa Adriana,
con quella sua enormità e con quell’incanto di paesaggio, ce n’è una sola. Di fianco
a questo unicum, che l’Unesco ha riconosciuto come patrimonio dell’umanità, a 700
metri, l’Italia costruisce una discarica per un milione di metri cubi di pattume.
E’ evidente che quello non è il posto più appropriato. Sappiamo tutti che il problema
delle discariche è molto importante, ma lì non può essercene una, per tre motivi.
D.
- Quali sono questi motivi?
R. - Su quel luogo lo Stato italiano, per via della
sua importanza e per tutelarlo, ha posto tre vincoli: il vincolo paesaggistico, il
vincolo archeologico e quello idrogeologico. Il vincolo paesaggistico perché lì la
campagna è meravigliosa: si tratta di un paesaggio reso tale dalle rovine della maestosa
villa di Adriano e da queste piccole coline che si susseguono in una maniera mirabile,
ed è ancora intatto. Il secondo è il vincolo archeologico, perché lì sotto la villa
di Adriano era molto più grande di quella che conosciamo noi oggi: ci sono ancora
altri pezzi della Villa e poi, oltretutto, ci sono anche dei resti molto importanti
di civiltà precedenti a quella romana. Quindi c’è questo vincolo archeologico: non
si può scavare o costruire. Terzo, il vincolo idrogeologico, perché proprio in quella
zona vi sono le sorgenti dell’acquedotto, che portano l’acqua più buona che i romani
bevono.