Intervento della prof.ssa Glendon: negli Usa violata la libertà religiosa
“Una flagrante violazione della libertà religiosa”: così, in un articolo pubblicato
sul Wall Street Journal, la prof.ssa Mary Ann Glendon interviene sulla riforma
sanitaria voluta dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. In particolare, il
presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali fa riferimento ad una
norma di legge che renderebbe obbligatorio, anche per gli organismi cattolici, il
pagamento di eventuali spese per contraccettivi, aborti e sterilizzazioni dei propri
dipendenti. “L’obiettivo principale di tale norma – scrive la Glendon – non è tutelare
la salute delle donne; si tratta, piuttosto, del tentativo di coscrivere le organizzazioni
religiose nell’agenda politica”. Quindi, il presidente dell'Accademia pontificia ribadisce
che, contrariamente alle insinuazioni dei mass media, la preoccupazione riguardo a
tale questione non è solo di “una minoranza cattolica”, bensì “di tutte le fedi”,
perché “è in gioco la missione di tutte le Chiese, compresa quella cattolica, di fornire
servizi sociali, come la sanità e l’istruzione, a tutti, senza distinzione di credo,
e di farlo senza compromettere le proprie convinzioni”. Non solo: “Ad un livello più
profondo – continua la Glendon – si sta assistendo ad un attacco contro quelle istituzioni
della società civile che rappresentano ammortizzatori importanti tra i cittadini e
uno Stato plenipotenziario”. Se, infatti - ribadisce l'ex ambasciatrice Usa presso
la Santa Sede - le strutture religiose che forniscono educazione, assistenza medica
e servizi sociali vengono “costrette a diventare strumenti di amministrazione politica,
il governo finisce per consolidare un monopolio su tali servizi essenziali”. E ciò
significa tentare di “ridurre la religione ad un’attività privata”. Riferendosi, poi,
alla causa intentata da 43 organismi cattolici contro il governo di Washington, per
tentare di fermare l’entrata in vigore della norma di legge in questione, la prof.ssa
Glendon scrive: “In tutto il Paese, cattolici e non cattolici stanno chiedendo ai
giudici di respingere un assalto senza precedenti alla capacità del singolo e dei
gruppi religiosi di praticare la propria fede, senza essere costretti a violare le
personali e più profonde convinzioni morali”. E conclude: “Se la norma non verrà cambiata,
essa farà decadere la libertà religiosa dal suo posto preminente tra le libertà più
amate da tutto il Paese”. (A cura di Isabella Piro)